martedì 31 luglio 2007

The Wall

Attendevo con ansia questo momento... Ma stavo aspettando il periodo più opportuno. Ieri ero in piena crisi esistenziale... rileggere Sartre stanotte mi ha convinto, è giunta l'ora. Di innalzare il mio muro. Di capire cosa si cela nel lato oscuro della luna. IL MURO. Ma non quello di Sartre, quello è un altra cosa. The Wall non è un album di canzoni, l'hanno definita un'Opera Rock. The Wall è molto di più, la summa del pensiero Watersiano, un viaggio nel rapporto tra un "bleeding heart" e il mondo. Alienazione, incomunicabilità, inettitudine, follia, rabbia, psicosi, rivolta, intima frustrazione che si trasforma in odio sociale, misantropia che conduce al male totale, il fascismo. Il percorso comincia da qui, dal rapporto fascista tra un cantante ed il suo pubblico. L'artista, la sua figura, la sua coscienza e la sua storia. L'arte non crea eletti, crea cuori che senguinano che sanno scandagliare il fondo dell'anima alla ricerca inutile e infinita di risposte ai legami che tengono stretto l'uomo al mondo ed a se stesso. Una gabbia, direbbe Sartre, ma anche una prigionia che protegge. Alla fine del viaggio di The Wall, ci sarà la sentenza finale, ossia la punizione più aspra, la libertà dal muro, e la necessità di aggrapparsi alla vita, senza alcuna protezione.

The Wall è un doppio album del 1979 scritto interamente da Roger Waters, con qualche collaborazione di David Gilmour e Bob Ezrin. Nel 1982, il regista Alan Parker ne ha tratto un film capolavoro. Con le struggenti animazioni di Gerald Scarfe e Bob Geldorf nel ruolo del protagonista Pink, trasposizione di Waters nel film. Waters fa tutto il resto.


Nell'immagine: locandina del film The Wall, Roger Waters, 1982 - regia di Alan Parker.


Inizia così, la storia di The Wall, con un concerto nel 1978, il tour "In the Flesh?" dove venivano proposti i brani dell'album "Animals". Waters mentre suonava veniva disturbato da un fan che voleva a tutti costi salire ad abbracciarlo sul palco. Lui, infastidito, commise un gesto ignobile e "tremendamente fascista" come ha dichiarato egli stesso. Prese la mira, gli sputò in un occhio.
Un gesto che sanciva la distanza tra la band di artisti ed il pubblico, e la totale alienazione che si cela nell'arte. Quel gesto turbò la mente Waters che soffrì molto, ma ispirò un capolavoro The Wall. Che inizia così, con un artista frustrato, fascista, acclamato da una massa informe di gente livellata dal pensiero unico.

Bob Geldorf, interpreta Pink, il protagonista del film The Wall. Tratto dalla scena In the flesh? - part 2.

Così parte il ciclo dedicato a The Wall, in questo post ho parlato dell'origine, di "In the Flesh?" nel prossimo metterò solo il testo, la traduzione ed il video. Negli altri anche i miei commenti e le recensioni.  Così spero di fare per tutti i brani di The Wall. Ovviamente non parlerò soltanto di The Wall in questo blog d'ora in poi, ogni tanto ci ritornerò. L'esistenza ha molte pagine da sfogliare. Tante cose si muovono sotto il cielo.

2 commenti:

  1. Forte questa cosa "del rapporto fascista" _§

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  2. The Wall è stato uno deglia album della mia adolescenza, poi però a differenza dei pink nella mia (spero) maturità preferisco gli album fino a The dark side. Cmq su quello che dici mi trovo in gran parte d'accordo.

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