martedì 25 agosto 2015
Rendez-vous avec la vie
sabato 22 agosto 2015
Anime bastarde
E tutto questo sparisce portandosi via l'ammirazione verso i ricordi degli ospiti che presiedono quei minuti scippati da tutta quella immensa attesa che generava vita e sangue tra i vicoli ardenti delle proprie vene.
T'ho riconosciuta alle spalle di un sorriso di plastica esposto come vessillo di una presenza lontana proiettata da un fuoco volutamente nascosto. Straniera in un labirinto nella quale sembri esser caduta in un'età sedimentata sotto le orme ricalcate dai riflessi dei tuoi bicchieri.
Riflessi innanzi ai quali ti cali e ti spogli, lasciandoli attraversarti, trafiggerti e quasi sostarti dentro come lampi di pensiero senza fardelli di dubbio o fatiche di angosce.
Ripeti le parole del mondo con una cadenza insopportabile, ti agiti come un bambino che sta imparando a nuotare e sente ancora l'ostilità dell'acqua. Come una bolla d'aria generata dalle onde, che sa di dover sparire al prossimo vento, e tenta di imprimere quanta più esistenza possibile in quei giorni oscuri e confusi.
Come se il mondo non riuscisse ad accorgersi della tua imponenza, non sapesse come tradurre la tua immagine nella scena del tutto, le tue frasi si addensano in imperativi con architravi puntellati dalla colpevole innocenza di chi trema persino al peso di un braccio sospeso ed una sigaretta all'estremità più remota della mano.
Un'innocenza ripudiata, ma che giace intatta in una teca di vetro con le impronte dei troppi polpastrelli che hanno tentato di forzarla.
Ogni respiro è un sollievo da quel fardello.
Poi cala uno strano silenzio che chiude il sipario dalla tua bocca.
La paura sembra governare quei fragilissimi silenzi. La paura che il vento possa spirare talmente forte voltando le pagine del libro sospeso sulle tua mani, e possa riportarti a capitoli differenti da quelli su cui s'era arenata la tua voglia di interpretazione, e di nuovo da quel momento in poi, a disorientarsi in città invisibili. La paura di non trovarsi in alcuna delle immagini con cui s'è popolato il circo degli astanti che funambolano tra un menzogna e una sentenza.
Sembri spegnere con un mite rigetto quel crepitante ronzio, e per me sembri rivestirti di un'anima libera.
Indossi tutta la struggente bellezza della malinconia, di un'imperfezione che ha catturato un riflesso del caos, trasformandola in un miracolo che si alimenta ad ogni sguardo lanciato sul pavimento, assumendone luce e contorni per fiorire in un punto unico e singolo nell'intero universo.
Lascio questa notte, sperando che la corruzione della falsità del compromesso a cui siamo condannati non ti abbandoni, che continui a corroderti e a isolare dal resto degli alberi il tuo piccolo inerme fusto preda dei rovi in questa foresta minacciata dalle fiamme.
Che questo sapore acido sia come una cura, una placenta che preservi il frutto più dolce. E se anche la tua stessa memoria dovesse smarrire le chiavi della dispensa, lascia che da quella credenza di vetro traspaia un riflesso dal tuo malinconico sguardo. E la strada per coglierlo sarà solo un guizzo di luce senza parole drogate.
giovedì 2 luglio 2015
Golden Age
giovedì 25 giugno 2015
Tra qualche anno
mercoledì 24 giugno 2015
Spettri
noi abbiamo preso le poesie di quando eravamo giovani e le abbiamo appese ad asciugare come trippa avariata
abbiamo lasciato che ci rubassero l'auto per uscire con una soltanto per dimostrare a noi stessi di essere ancora capaci di meritarci qualcosa
abbiamo attraversato ponti tibetani sospesi tra la costa della generosità ed il baratro dell'inganno comminato ai nostri congiunti
abbiamo frodato la malattia dell'anima, annacquando i bicchieri dell'esistenza con un'ironia che taglia il vento come un machete sul culo di una vacca
abbiamo scorticato ginocchia senza guardare alle nostre spalle, chiedendoci se ci fosse un senso in quel che provavamo a fare, e se qualcuno se potesse accorgere
abbiamo indossato manti di roccia per lasciare che la pioggia corrodesse piano e ci bagnasse poco alla volta, impiegando millenni prima di toccarci la pelle
abbiamo issato la bandiera degli anti eroi, per ricordarci che i tronchi non puri sono stati infelici abbandonati nel vento da piccoli
abbiamo chiesto ai latori del bene di farsi da parte per lasciare alla contraddizione del governo assoluto di poter raccontare il proprio disprezzo avverso l'ordine morale degli eventi
noi, profondamente cattivi e sinceri.
martedì 23 giugno 2015
L'amore ai tempi della mononucleosi
- Qualche mobile da spolverare, e un po' di cattiveria, ancora un po'.
- Ma cos'è l'amore?
- Quando non avverti l'urgenza di mandare via a calci nel culo una, dopo averla scopata.
lunedì 11 maggio 2015
As Alonso
– Buongiorno Alcor, sei sveglio?
– E chi è Alcor?
– Sei tu.
– Come scusi? Dove mi trovo, chi siete voi?
– Stai tranquillo, va tutto bene.
– Dov’è Artù, il mio gatto? Che cosa è successo, e cosa sono tutti questi peli? Ma guarda… e qui? Che fine ha fatto il mio prepuzio???
– Cosa ricordi Alcor?
– Tra un mese devo cominciare il liceo, ho già cominciato a studiare latino, spero che non abbiano trovato i giornaletti porno che ho nello zaino. I miei amici hanno cominciato a fumare... Coglioni…. è già estate? Bene! Vado a vedere la costellazione dello Scorpione e voglio trovare anche M3 nel Bootes. Un giorno farò l’astronomo. Che bella quella camicia nera, anche io sono fascista, lo sa? Metti un cd dei Queen, per piacere, voglio sentire Radio Ga Ga.
– Hai altro da aggiungere alla tua giovinezza di merda, Alcor?
lunedì 28 gennaio 2013
Il peso del fumo
Niente più mal di gola appena svegli. Qualche scrocco qua e là. Persino la voglia di tornare a correre e darmi un tono.
lunedì 21 marzo 2011
venerdì 25 febbraio 2011
Mancato abuso di potere
L'alunna bona che ebbe l'ardire di contattarmi su facebook ---> scoprire che è follemente innamorata di una sottospecie di fustino incelophanato---> auspicare che costei abbia un adeguato livello di troiaggine interna---> essere però conscio che le troie non mi garbano---> tornare a fantasticare di profanare una giovane suora.
lunedì 1 novembre 2010
Modelli
- Alcor sei un bel ragazzo, ma mi sa che non sei il mio tipo. Peccato.
- Non sono il tuo tipo, me ne farò una ragione. Ma non ripetermelo ogni 5 minuti.
- ...eh sì....
- Tanto sei tu che creperai tra i rimpianti.
- Però sei paziente...
- ....
- Ti sei offeso, Alcor?
- Macchè! Per essere offeso devono trafiggermi il costato con una lancia da centurione romano.
domenica 31 ottobre 2010
Hello wind

Tutti si credono un po' cuori sanguinanti, ed un po' artisti, quando hanno una qualche fregatura da tamponare con un banale poemetto emostatico.
Regressioni nella Pangea di una notte in cui si stenta a sedare l'anima nella naftalina di qualche pensiero di ripiego e di riserva.
Dolly, modificare l'umore di un uomo con involontari gesti è come giocare a fare cerchi concentrici nella diga del Vayont.
Oh, Dolly, piove. Va tutto bene Dolly, non aver paura.
Il tuo inquieto odore si gonfia ad ogni centimetro recuperato dalle mie scarpe lorde e pesanti. Piove, ed il tuo odore è quello delle felci che si imbellettano con le gocce di pioggia e presenziano al galà della notte sibilando desiderio e impazienza.
La corda è tesa, Dolly, ma ci sono qua io a liberarti dalle tue ansie. Questo impermeabile chiaro imbevuto di pioggia è impostore vicario di una Luna che ha abbandonato questi cieli.
Dolce, generosa Dolly che osservi disdegnosamente ogni cosa immobile roteando le smeraldine pupille quasi sino a far luce alle tue spalle. Non impegnarti a tremare ma accosta il tuo capo sul mio petto e sotterra ogni giacimento di rivalsa. Così, pudica e quieta, il viso rischiarato delle nuvole si specchia nel solco bramoso delle tue labbra piegate sulla mia camicia.
Dolly, non occorre che tu parli, io ti solleverò dal carico di questa partita. Dimenticherai i tuoi affanni, allontanando le iniquità che hanno albergato nelle tue tende. Tu che mi hai decriptato la sorte in un sorriso su cui depongo la finora ricusata meraviglia della mia progenie.
Oh Dolly, alzerai la fronte e sarai sicura, e senza timore. E la tua vita brillerà più del meriggio. Baciami così, Dolly, il buio sarà come il mattino.
Starai sicura perchè ora c'è di che sperare, ti guarderai intorno tranquilla e riposerai. Ti adagerai e nessuno ti turberà, molti invece tenteranno di corteggiarti.
Ma gli occhi dei malvagi languiranno, per essi non c'è più scampo e la loro speranza esala in soffio.
Ti amo, Dolly.
La lama del mio coltello fende la notte, le esalazioni, e il tuo petto.
Quanta vita scorgo ancora nei tuoi occhi, quanta innaturale calma ti priva del tuo peso, e ti dilegua fra i rimbalzi della pioggia. Indurisci il tuo abbandono sul mio petto, Dolly.
Quel tuo profumo di smeralda felce piangente è ancora lindo.
mercoledì 13 ottobre 2010
Cruel intentions
Questo perché la crudeltà non ha bisogno di buone ragioni per manifestarsi.
domenica 19 settembre 2010
Salsicciocracy
E sono al decimo giorno consecutivo in cui mi nutro solo di panini con la salsiccia.
Indi mi risparmio di palesare i riverberi delle mie inique stagioni alimentari. Mi do un anno di tempo per guarire.
Poi un anno per trovare uno stipendio allineato alla mia speranza di vita;
un anno per imparare il francese;
un anno per farmi guarire del tutto le unghia;
un anno per smettere di fumare;
un anno per migliorare la dizione;
un anno per maledire i recalcitranti ingorghi di rimandi a fantasmi riposanti in qualche cimitero dorato, rinnegato nel medio termine lungo il meridiano delle scelte. Altrui.
domenica 6 giugno 2010
18
Odiava che io fumassi, disapprovava tante cose con mirabile coraggio. Non aveva né l'esperienza, né la corteccia per sentirsi ascoltato nei suoi consigli. Solo un'audace convinzione nei suoi precetti.
La sua ingenuità emergeva nel non aver considerato le sigarette consumate per rendere meno inutile l'attesa del suo ritardo.
- Vuoi un caffè?
- Non lo bevo il caffè.
- No? E che bevi?
- Solo il latte.
- Solo il latte?! - pausa - E scommetto che non bevi vino, birra, whisky. Giusto?
- Una volta ho bevuto un cicchetto.
- Un cicchetto...
- Sì.
- Che razza di comunista...
Avrebbe dovuto immaginarlo tutto il mio disappunto nell'aver distolto il mio tempo dall'ozio e dal sonno per ascoltarlo. Tutto quel tempo che avrei benissimo potuto impiegare nell'ingegnare scuse sempre originali per omettere la cura indefessa che avrei dovuto prodigare negli altrui affari.
- Allora, dimmi tutto.
- Il fatto è questo: sono giunto alla conclusione che tutto quello che noi facciamo è inutile. Che non riusciremo mai a far cambiare idea alla gente, perché la gente non ha idee. Per questa ragione pensavo di non rinnovare la tessera al partito.
- Ti dà fastidio se accendo un'altra sigaretta? Figliolo, abbiamo una generazione da rimpiazzare. Non crederai mica ad un generalizzato risveglio di massa? Sono le elites che scrivono la storia, le masse indifferenti la subiscono. Al massimo si esaltano in applausi verso i cerberi che straziano loro le carni ammorbandone la dignità con elemosine di varia natura.
- Lo diceva Lenin.
- Raccogli il giusto coraggio perchè un giorno dovrai marciare contro i diritti di tuo padre, oppure morirai di fame. Hai 18 anni, non ti accontenterai mica di voler modificare il mondo in maniera riformista, giusto?
- No.
- Il riformismo, lascialo a quelli come me.
- Credo che farò la tessera.
- Bene.
- Sarà per me come le chiavi di casa.
- Andiamo a farci un goccetto, sarà per noi come l'angelo nocchiero.
martedì 13 aprile 2010
Only U
- Per fortuna ho un buon anti-spam e non me ne sono accorto.
sabato 27 marzo 2010
Faith
La recita del Santo Rosario tutte le mattine alle cinque, il pane azzimo e la verdura amara, le invocazioni al cuore di Gesù, l'intercessione dei Serafini, le genuflessioni prima della puntura dell'insulina, l'acqua santa ...
Ma ho il vago sospetto che anche il curriculum abbia le sue responsabilità.
Ma è solo un sospetto, gli inquirenti accerteranno di chi è la colpa.
lunedì 18 gennaio 2010
Cultura garantista
potrebbe anche aver truccato appalti negli acquisti di apparecchiature medicali all'ASL di Bari;
potrebbe anche aver falsato gare e concorsi...
potrebbe anche essere lesbica;
potrebbe anche essere una delle cause della sconfitta del centrosinistra in Puglia...
Ma io me la tromberei con manifesta violenza.
domenica 10 gennaio 2010
2036
Tra 26 anni l'asteroide 99942 Apophis urterà il nostro pianeta in un punto qualsiasi.
La noiosa notte di Capodanno da me trascorsa mi ha cagionato una tale ventata di pessimismo da prendere in considerazione l'ipotesi che, fra tutti i 5,100 656 × 1014 metri quadrati della superficie terrestre, i 320 metri quadrati di questo matto sassolino riuscirebbero a coprire benissimo lo spazio che devo farmi a piedi da casa mia per raggiungere il posto in cui sono stato costretto a parcheggiare la macchina.
Qualcuno mi obietterà che sono troppo pessimista: perché quei 320 metri quadri di pietra cosmica dovrebbero proprio cadermi in testa? No, noi riformisti sappiamo accettare le sventure in nome del bene comune, la logica antagonista e no-global del "not in my garden" che frena lo sviluppo capitalistico non ci riguarda...
Il pessimismo sta nel fatto che mi sono immaginato nel 2036, a 54 anni suonati, ancora qui nel luogo natìo senza alcuna evoluzione: ad uscire dalla casa paterna, ed ogni volta indugiare per qualche minuto a cercare di ricordarmi se la macchina l'avevo lasciata 320 metri a nord, piuttosto che a sud... e non è un particolare di poco conto se consideriamo che tra nord e sud vi è una pendenza del 20%, e vi è una probabilità di maltempo pari all'80%.
Sì, insomma, Apophis avrebbe tutto il tempo di prendere la mira.
E non sarà certo il mio piccolo ombrellino automatico che pagai 9.00 dollari nella pharmacy sulla Avenue P a tutelarmi.
Oh... e pensare che stavo riuscendo a guarire la mia mente affosandola nell'affannosa ricerca di una soluzione che renda il socialismo marxista ancora compatibile con le caratteristiche salienti della società contemporanea. Ero talmente entusiasta da farmi venire orgasmi automatici dinanzi a possibili soluzioni che contemplassero una visione neo-internazionalistica che attraversasse per forza di cose l'orizzonte della costruzione dell'Europa politica e la formazione dell'esercito europeo.
Ero certo che l'impostazione dialettica reggesse in un impianto che sostituisce la lotta individuale alla lotta di classe. Devo ancora lavorarci, conosco la meta ma devo trovare un percoso logico-teoretico per raggiungerla, che non sia qualche visione indotta da intrugli di erbe al limite della legalità.
E invece no! Di nuovo scomodi pensieri cagionati da articoli su certa stampa, deviata e comunista, che ci costringono a fare i conti con quell'amara evidenza che rende inutile ogni sforzo terreno, persino la dieta a base di cereali in bianco: la dipartita che attende ogni essere vivente al varco.
E pensare che ero riuscito a tenere a freno la mia passione sfrenata per il trash evitando di andare al cinema a vedere 2012... Una delle rare volte in cui una cazzata cinematografica riesce a far tirare un sospiro di sollievo, perchè è impossibile che gli autori di una così immane scemenza possano indovinarci. Basterebbe questo per annullare ogni timore e ogni sospetto che Voyager tenta di infonderci.
Secondo me era una strategia dei Maya per vendere più calendari. Un po' come Vanna Marchi. Almeno noi post-moderni per vendere calendari abbiamo pensato di esporre fiche, migliorando di gran lunga i servizi da offrire per combattere la solitudine e la malinconia.
Certo, è vero, si obietterà che il "limite" contribuisca a rendere ogni cosa più apprezzabile, ma esistono indubbi risvolti deprimenti in tutto questo... pensateci. Operare nel mondo come un'ape laboriosa per poi sentirsi lo sguattero di qualcuno che verrà a cuccarsi i frutti al posto tuo, quando tu sarai ormai diventato il concime dei cachi che lui si mangerà ad ottobre.
Ora capisco perchè quelli della prima repubblica ci hanno lasciato il debito pubblico, chiamali fessi. Devo assolutamente rivedere le mie posizioni su Craxi e sull'ipotesi che gli dedichino una via o una piazzetta a Milano.
Proporrò subito una petizione per l'abolizione del patto di stabilità e di crescita previsto dal Trattato di Maastricht, è ingiusto ai sensi dell'edonismo a cui la mia generazione ha diritto, cazzo.
A me non interessa un futuro migliore per i miei figli, anche perchè la sola idea di avere dei figli mi fa dilatare il colesterolo. E non perché sono un tipo irresponsabile, nossignore, diversi testimoni sarebbero pronti a deporre innanzi il tribunale di L'Aja che sarei un bravo padre. È che l'idea di qualcosa di regolare e predeterminato come la famiglia, le paghette ai marmocchi, la fila al patronato per la dichiarazione dei redditi, e i litigi coniugali sulla contrattazione dei menu settimanali, proprio non riuscirei a viverli.
Una galera per tutte quelle idolatrate arcadie che magari non esistono, ma che fa bene pensare in un punto X del mondo ancora da esplorare.
Meglio Apophis a quel punto, e non una noia mostruosa di fare tutto come un canovaccio goldoniano.
Oh, sono talmente attaccato alle cose... una voglia di trattenere il tempo e l'esistenza qui in una continua ebollizione di contemporaenità che non si estingue, cosparsa di cimeli, ricordi impagliati in qualche simpatico oggetto epigrafico. Persino le cicatrici fisiche hanno un senso, gli infortuni permanenti... la scottatura che mi prese entrambi i pollici mentre preparavo il caffè per una cazzona che non meritava manco un infuso alle alghe di Mururoa, l'alluce fracassato a New York che ancora mi avverte dei cambiamenti di correnti d'aria, il polso sinistro frantumatosi giocando a calcio in seconda media, e che scricchiola ancora quando mi produco in sforzi impropri.
Anche la mandibola malconcia retaggio di un incidente d'auto fatto da bambino.
Al contempo però che scatole la vita eterna... non c'è deterrente peggiore per i cattolici, nella loro opera di evangelizzazione, che promettere 'sta cazzo di vita eterna che può accattivare solo gli idioti che non sanno di quanto si annoierebbero. E con chi diavolo la dovrei condividere questa vita eterna, con dei babbei? Per piacere, ce ne stanno fin troppi nella vita a tempo determinato...
L'idea di una vita a progetto non mi dispiacerebbe, un po' meno quella a chiamata intermittente, di sicuro non part-time. Sarei favorevole al job-sharing esistenziale, ma con chi dico io.
Niente articolo 18, niente sindacati. Ichino forever.
Qualasiasi soluzione presa risulta sbagliata. Un po' come la faccenda della candidatura a presidente della Regione Puglia per la sinistra, o centrosinistra, o centrocentrosinistra.
Verrà la morte, e avrà gli occhi della maestra d'asilo che mi ha riempito la coscienza di simpatici traumi infantili.
Finirà, forse prima ancora che io diventi un vecchio zoppo che va a fare la spesa guardando male gli immigrati e maledicendo il governo per la pensione; non avrò mai girato un film vero, e le mie pubblicazioni saranno talmente insignificanti da potersi scaricare gratuitamente da internet.
Resterà questo inutile blog che mi ha rovinato gli ultimi tre anni, anonimo, e di autore ignoto.
E resteranno quelle pagine stupide, figlie di una dolcezza che mi hanno scippato. E non ho sporto denuncia perché in fondo coltivare l'ingiustizia è una forma di eredità che lasciamo ai posteri. L'eredità del socialismo, che ha un senso in quanto argine all'ingiustizia. Se vi lottiamo e la sconfiggiamo avremo un mondo dove il socialismo non esisterebbe.
E le mie elaborazioni sarebbero, appunto, inutili. E ritorniamo al punto di partenza.
Dio, che pensiero deprimente...