martedì 10 luglio 2007

Antares

Smarrire ogni laccio, liberarmi dalla tentazione d'afferrare lo spazio, imparare in un soffio a non pensarmi nel tempo.  Ho bisogno di perdermi, dimenticare chi sono, sfigurarmi in un abisso di vuoto per cogliere l'infinito. Senza senso, conoscerò ogni cosa.
Guardo a sud, le fiammelle che si tuffano verso il mare, ed al rosso tremore di Antares potrai ancorare la zattera dell'onirico naufragio. Cuore dello Scorpione, il tuo è un nome di pace, sorta per contrastare il rosso guerriero di Marte (ant-Ares). Eppure, lo Scorpione fu inviato ad uccidere Orione, a dipinger di sangue il suo volteggiare nel cielo. La realtà ha corrotto la tua anima, la tua predestinata esistenza. Inseguirai la tua preda in eterno e non la raggiungerai mai. Nel cielo hai meritato il riposo della leggenda, redenzione, silenzio. Verso di te comincio a dileguare il mio sentimento. Senza più spazio, né tempo. La luce che emani distrugge ogni dimensione, il tuo rosso bagliore è lontano al mio sguardo 600 anni luce. La luce che osservo adesso è partita da te 600 anni fa, percorrendo in 600 anni la distanza che un raggio di luce percorre viaggiando a 300.000 km/sec. Sei una stella stanca e vecchia, vicina alla fine della tua era. Per me rappresenti l'eterno che non conosce tramonto. Un viaggio remoto, nel tuo piccolo sguardo, ti osservo com'eri 600 anni fa, quando tutti credevano che la Terra fosse piatta e Cristoforo Colombo non era ancor nato. Ora la tua luce potrebbe non esistere più, eppure i miei occhi conosceranno la notte più oscura, sospirando al tuo rosso tepore.

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