martedì 24 luglio 2007

Tutto fuori, vagabondo...

Non conclude


[...] Nessun nome. Nessun ricordo oggi del nome di ieri; del nome d'oggi, domani. Se il nome è la cosa; se un nome è in noi il concetto d'ogni cosa posta fuori di noi; [...] ebbene, questo che  portai tra gli uomini ciascuno lo incida, epigrafe funeraria, sulla fronte di quella immagine con cui gli apparvi, e la lasci in pace e non ne parli più. Non è altro che questo, epigrafe funeraria, un nome. Conviene ai morti. A chi ha concluso. Io sono vivo e non concludo. La vita non conclude. E non sa di nomi, la vita. Quest'albero, respiro tremulo di foglie nuove. Sono quest'albero. Albero, nuvola; domani libro o vento: il libro che leggo, il vento che bevo. Tutto fuori, vagabondo
[...] Volto subito gli occhi per non vedere più nulla fermarsi nella sua apparenza e morire. Così soltanto io posso vivere, ormai. Rinascere attimo per attimo. [...] perchè muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e  senza ricordi: vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori.


tratto da Luigi Pirandello, Uno, nessuno e centomila1925. Ed. Mondadori.

Nell'immagine: René Magritte, L'uomo e la notte (L'homme et la nuit), 1965. Tempera 26 x 35 cm. Collezione privata

3 commenti:

  1. Eccomi a leggere il tuo post in preda ad una crisi pirandelliana. Sì perché... a volte non è solo curiosità il voler sapere come mi vedono gli altri.


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  2. Toh... chi si rivede, la tarantina, si respira da voi laggiù? tra il caldo e le esalazioni varie.

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  3. Giornata record: Taranto e Catania 42 gradi. Dico bene che voglio espatriare in Islanda...

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