giovedì 13 settembre 2007

Il Processo

Sono al buio, seduto nella cella che mi sono scavato nel MURO. Appoggiato alla parete col sudore che mi intonaca il volto di polvere e vernice scura, e sussurro lento: "basta... basta... voglio andare a casa, non ce la faccio più..." e tra le dita divoro con occhi distratti un vecchio libricino nero con scritte le mie poesie, esile e stracciato, con custoditi intatti i ricordi di anni di vita... lo chiamavo Parsifal perchè doveva aiutarmi, quando me lo scoprirono a scuola anni fa' un professore lo ribattezzò con scherno "il libro dei morti"... mentre tra quelle pagine scorreva la mia mia vita... Eccolo qui il libro dei morti lo porto con me.
Sono pronto, sento che il pubblico si sta scaldando, sento i bassi di una banda che annunciano l'inizio dello spettacolo, una guardia sta arrivando mentre io ignoro, fiacco e gemente alle pendici del MURO. 

Saranno in tanti a parlare al processo.






L’Accusatore che saltella sul MURO:


Buon giorno, Verme vostro onore!
L'accusa mostrerà chiaramente

Che l'imputato che ora le è di fronte

E' stato colto in flagrante mentre mostrava sentimenti

Mostrava sentimenti di una natura quasi umana

Ciò è inaudito!


Il Giudice Deretano gigante:



Chiamate il maestro a testimoniare!



Il Maestro:



Ho sempre detto che non avrebbe concluso niente di buono
Alla fine, vostro onore
Se mi avessero lasciato fare a modo mio avrei potuto
Scorticarlo fino a sistemarlo a dovere!
Ma le mie mani erano legate
I cuori sanguinanti e gli artisti
Lo hanno lasciato andar via impunito
Lasciate che lo bastoni oggi!



Pink:



Pazzo, come un ragno in soffitta, sono pazzo
Completamente smarrito
Devono avermi strappato via le redini…
Pazzo, come un ragno in soffitta, c'è un pazzo




Il Giudice Deretano:

Chiamate la moglie a testimoniare in sua difesa!



La Moglie, la mantide, insetto che divora il partner dopo l’accoppiamento :



Tu piccolo stronzo, sei fregato adesso!
E spero davvero che gettino via la chiave
Avresti dovuto parlarmi più spesso
Di quanto hai fatto, ma no! tu dovevi
Andare per la tua strada! Hai rovinato
Qualche altra famiglia recentemente?
Solo cinque minuti, Verme vostro onore,
Lasciateci soli…



La Madre, accorre in difesa del figlio, il suo abbraccio si scioglie però nel MURO:



Bambino mio!
Vieni dalla mamma, bambino, lascia che ti stringa
Tra le mie braccia
Mio Dio, non ho mai pensato
Che tu saresti finito nei guai
Perché mai hai voluto lasciarmi?
Verme vostro onore, lasciate che lo porti a casa!



Pink:



Pazzo, oltre l’arcobaleno, sono pazzo
Tra le sbarre alle finestre
Ci deve essere stata una porta là nel muro
Quando ci sono entrato…
Pazzo, oltre l'arcobaleno, c'è un pazzo



Il Giudice Deretano emette la sentenza:



Le prove di fronte alla Corte sono incontrovertibili,
Non c'è bisogno che
La giuria si ritiri per deliberare.
In tutti i miei anni da giudice
Non ho mai visto prima
Qualcuno che meritasse più di lui
La massima pena prevista dalla legge!
Il modo in cui hai fatto soffrire
La tua splendida compagna e tua madre
Mi stimola il bisogno di defecare!
Ma, amico mio, tu hai rivelato
La tua
più nascosta paura di vivere!
E quel MURO serviva a proteggerti!


Ordino quindi che tu venga rigettato tra gli uomini!
Di fronte ai tuoi simili…

"ABBATTETE IL MURO!!!"


Joseph K. era un semplice impiegato di una banca praghese, una mattina due uomini si presentano da lui per arrestarlo, è stato accusato, sarebbe stato processato. Ma lo lasciano andare... Perchè è stato accusato? Che delitto ha commesso? Perchè lo lasciano libero e non lo rinchiudono in una cella? In quella libertà odiata e deturpata dall'ombra del dubbio che gli lacera il cuore, Joseph vivrà un'angosciosa prigionia, nell'assurdo di strani episodi che non riesce a spiegarsi, nell'abbandono di chi avrebbe potuto aiutarlo, nell'incomprensione di una giustizia che sembra scagliargli contro una spada e poi sembra farsi beffe di lui ignorandolo... Quale accusa? Non lo saprà mai, non capirà nulla, ma l'indifferenza dei giorni si confonde con l'angoscia di poter scoprire una macchia nella propria vita, si vede vivere dall'esterno di se stesso, ed è così che la nebbia si impadronisce di lui, e lui comprende, lo riconosce e l'accetta. E' colpevole ora lo sa.
Lo vengono a prendere due agenti del tribunale, lo conducono ad una cava. Joseph lo sa cosa cercano. Le sue ultime parole: " ...come un cane". Una coltellata ed una squallida morte.
I due agenti svolgono il loro incarico come fosse una faccenda quotidiana e banale, la vita strappata via nel modo assurdo che le spetta.
Ma perchè? Esiste davvero una colpa? Siamo tutti colpevoli, dice Camus, perchè la nostra colpa è esistere per come siamo. E nessuno è degno di ergersi a tribunale e giudice di nessun altro. E' l'amaro destino degli uomini che possono trovare un'unica via, stringendosi l'un l'altro e rivoluzionare la storia triste che spetta all'umanità intera, per il semplice fatto di esserci.
La speranza c'è sempre per gli uomini, che possono mutare la propria sorte... provando a volersi bene.


Il viaggio di The Wall si conclude qui...


...tra le macerie del muro che non abbisogna più delle lettere maiuscole. Distruggiamo le nostre gabbie, e diamo libero volo ai nostri sentimenti, perchè si soffre, si gioisce, è giusto o è sbagliato, ma quelle emozioni sono la VITA.
Sentivo il bisogno di parlarne tutto d'un fiato da qualche giorno, perchè il silenzio che stringeva la mia gola era dovuto alla paura che ho di vivere i miei sentimenti anche attraverso le apparentemente stupide parole di questo blog. Soffrirò, sarò felice, non mi importa, io voglio vivere. Ed è vero che l'arte può essere un muro che aliena dal mondo, ma non è solo questo; io non sono un artista, non ho la pretesa di esserlo più di quanto non lo possa essere chiunque, ho solo un cuore che sanguina i miei sentimenti, e le mie parole, i miei pensieri, se non sono arte e qualunque cosa siano... sono un dono d'amore.

L'ultimo brevissimo brano di The Wall è Outside The Wall, di cui non esiste un video su You Tube e ne riporto qui solo l'audio e la mia libera traduzione del testo.
Anche se dei muri possono sorgere in noi, coloro che ci vogliono bene passeggiano là fuori, raggiungiamoli, ed abbiamo il coraggio di riuscire a guardare la vita che ci aspetta fuori dal muro.


Outside the wall












Da soli, o in coppia,
Gli unici che realmente ti amano
Passeggiano su e giù fuori dal muro.
Alcuni mano nella mano
Altri insieme in comitive d’amici.
I cuori sanguinanti e gli artisti
oppongono resistenza al muro.
E quando ti avranno dato tutto
Alcuni barcolleranno e cadranno,
Dopo tutto non è facile, sbattere il cuore

Contro il muro di un folle.



Waters




I testi di The Trial e Outside the wall potete leggerli in: www.pink-floyd.it/testi/home.htm

La canzone "The Trial" è stata scritta da Roger Waters e Bob Ezrin.

Le riflessioni successive sono tratte da: F. Kafka, Il Processo, ed. Mondadori - A. Camus, La Caduta, ed. Bompiani - A. Camus, La peste, ed. Bompiani.


Nessun commento:

Posta un commento