lunedì 6 agosto 2007

Schegge di Muro

Pubblicato in Italia nel 1947, questo libro racchiude cinque racconti: Il muro, La camera, Erostrato, Intimità, L'infanzia di un capo. I rispettivi temi: morte, follia, impotenza, perversione e  menzogna. 
Oggi parliamo del primo, Il Muro, storia di tre condannati a morte in attesa dell'esecuzione, rinchiusi in cella, davanti al muro che sbarra loro la via dell'esistenza. Un muro, che è sempre davanti. Ambientato durante la guerra civile spagnola, le vittime sono resistenti anarchici. Non voglio parlare io stavolta, parlerà direttamente l'autore. Ecco alcuni passi:

"... In quel momento ebbi l'impressione che tutta la mia vita mi fosse davanti e pensai: è una sporca menzogna. Essa non valeva nulla dal momento che era finita [...] Un'istante cercai di giudicarla, ma non si poteva formulare un giudizio su di essa, era un abbozzo; avevo passato il mio tempo a rilasciar cambiali per l'eternità, non avevo capito niente."

"... se fossero venuti ad annunciarmi che potevo tornarmene tranquillamente a casa mia, che mi avevano graziato, la cosa mi avrebbe lasciato indifferente: qualche ora o qualche anno d'attesa è assolutamente la stessa cosa, una volta che si è perduto l'illusione di essere eterni."

Ibbieta, dinanzi alla sua fine perderà ogni parvenza di umanità e di solidarietà per il mondo. Tutto inutilmente schifoso e ripugnante, come il pianto del condannato giovinetto che implora di aver salva la vita; e come l'immondo puzzo del piscio di quell'altro compagno che era con lui. Erano amici, ma tra un po' sarebbero stati nulla. Gli altri due saranno fucilati all'alba. Una guardia chiamerà Ibbieta per interrogarlo. La sua vita sarà salva se rivelerà il nascondiglio di Ramon Gris, il capo dei rivoltosi. Se avesse mentito l'avrebbero ucciso. Ma Ibbieta è già morto dentro, avendo visto il suo muro. Vuole burlarsi dei suoi carnefici, vuole vederli strisciare mentre cercano inutilmente. Racconta frottole, Ramon Gris si nasconde al cimitero. S'immaginava già di vederli inutilmente affannati a scoperchiare tombe per scovarlo. Attende. Dopo qualche ora lo portano in un cortile. Dicono che sarebbe rimasto lì in attesa di giudizio. Un vecchio compagno lo riconosce e lo avvicina. "Sai una cosa Ibbieta?  Stamattina hanno steso Ramon Gris, aveva lasciato il suo rifugio per nascondersi al cimitero, quel coglione."

4 commenti:

  1. molto interessante...

    è possibile che l'autore abbia scritto anche poesie?

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  2. Che io sappia, Sartre non ha scritto poesie... solo romanzi, racconti, e trattati filosofici, su tutti l'Essere e il Nulla. Un tomo gigante che non ho letto, e non credo leggerò mai.

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  3. Allora me lo sarò confusa con altri... I tomi giganti hanno il ruolo di inibire il lettore con la propria mole... =)

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  4. A me non spaventano i tomi giganti, però la lettura di Sartre non è affatto agevole, occorrono basi di studio che non ho. Fosse stato un romanzo non avrei avuto grossi problemi...

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