mercoledì 29 agosto 2007

Portami, tu sai dove...


Non esiste alcuna nuvola impazzita che il vento non possa levigare e plasmare con le sue dita invisibili. Vedo fondersi spume del cielo d'un bianco zuccherino, mentre il sole rende dorata la fronte di quei vapori d'aliti risaliti nell'aria dalle onde del mare. Onde impreziosite dal ricordo della pelle degli uomini che vi hanno nuotato attraverso, disseminandole con i pensieri sorti in quel muto ristoro. Arricchite dall'anima di intensi abbracci, di bambini incerti incapaci di nuotare come i delfini che al largo di un'isola che spezza l'orizzonte s'abbeverano di lacrime di speranza e di addio ivi versate durante i secoli; l'ansia di perdersi e quella di incontrarsi sarà sempre lì, l'anima del mare. Che unisce, divide e crea ponti d'amore tra sponde che vorrebbero irrompere in istanti di vita troppo lontani, e intanto si guardano liete da opposti orizzonti, attendendo di essere terra su quell'unica isola abbracciata dall'acqua. Lì confluisce il mio sguardo dalla cima da cui tutto osservo, spalancando nel vento le braccia, sognando che la pelle diventi piumata ad ogni passero o rondine, o tordo che mi volteggia intorno inneggiando, e che un mio balzo diventi un librarsi soave sulla pianura che volge a meridione. Ma non sarò io ad essere Icaro. Non sarà un'illusione... perchè so già che stai arrivando anche tu, figlio del mare e degli abissi dell'universo. Galoppi rapido da una sorgente dispersa del cielo, arriverai quando non ci saranno pensieri tra i miei occhi ed il mio cuore. Ti vedrò apparire tra nuvole che disegnano epiche gesta nel firmamento. Faranno da cornice al giorno che porterà il tuo nome. Cavalcheremo tra gli aironi quando la mia carne sarà bianca e linda al punto da potersi confondere sulla tua nivea groppa che accolse Perseo, ed il suo coraggio di perder lo sguardo per poter volare ancora più in alto, laddove buio e luce giacciono nello stesso nido. E la vita non è altro che una piuma fluttuante nell'aere che non si poserà mai. Libera di lasciarsi incantare da carezze e colori, sfiorerà la luce tra i suoi petali bianchi. Conosci la via che conduce al sentiero oltre il luccichio della stella nascosta; oltre la siepe c'è silenzio, oltre una palpebra chiusa c'è il sole, oltre la mia vertigine c'è una dimora solenne tra colonne dorate senza volta, e saloni senza soffitto con melodie d'archi e ruscelli di cigni e di fate sdraiate, assopite tra i gigli.

E soltanto Yann potrebbe accompagnarmi, ancora una volta.

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