sabato 12 luglio 2008

Non so che titolo mettere

Alle tre di pomeriggio, giorno 11 luglio, correndo lungo la brace cittadina, con l'umidità che narcotizza i peli delle braccia, il caldo torrido che rende fastidioso persino il peso effimero delle sopracciglie, mentre ti comunicano che devi aspettare un'ulteriore ora sulla graticola d'amianto essiccato, perché le autolinee vanno in ferie alla faccia tua...


In condizioni di pazienza estreme, pensavo.

Non credo che dio esista.
Ma sapendo che ci sei tu, forse gli verrebbe voglia di autogenerarsi, dar sfogo alla sua magnifica onnipotenza e rifarsi uomo.
Venir quaggiù e cercarti.
Perché l'empireo non pare poi così gaudioso.

E così imparare che il peccato, talvolta, val bene una vita intera. Quando è rivolto a qualcosa di così bello.

E qui il mondo continua a girare intorno al suo asse solo perché la fantasia dipinge la vita più o meno così:





1 commento:

  1. Sigh sigh lacrimuccia... d_b

    Non so chi sia il tuo peccato ma sembra valere una vita intera.

    Buon week-end.

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