martedì 24 maggio 2011

La casa sul mare - 4


IV
- Ciao - Irruppe una voce – mi dai la palla? – Vide dapprima una vecchia palla grigia accanto il suo piede sinistro che s’era bloccata tra questo ed il blocco di tufo sul quale era seduto. Poi scorse il volto di una bambina vestita poverella con un sorriso sincero e beffardo. Spostò la gamba cosicché questa potesse servirsi da sola, ma vide che la piccola titubava. Aveva paura, oppure era la puzza a dissuaderla? Allungò il braccio e la palla scivolò via verso la bambina.
Questa la raccolse e si volse di spalle ricominciando a correre dietro alla palla che si divertiva a scalciare maldestramente. Ridendo.

Ecco, riconobbe il suono primordiale che gli aveva infuso quella voglia di alzarsi e sentirsi riavere. Restò lì a lasciarsi catturare dal moto di quella creatura, che disordinatamente calpestava la spiaggia disseminandola di quell’incantevole viso, tanto raggiante, quanto inconsapevole.
Osservava quella farfalla spargere vita così, senza un perché, senza una meta che potesse guidarla, una mano che riuscisse ad afferrarla e portarla via con se, libera e confusa, senza fine, senza un tragitto rettilineo. Non s’interrompeva neanche per cadere, per rendersi conto d’essersi fatta male, di dover essere attenta, non avrebbe corso alcun pericolo, pareva, finchè avrebbe inseguito la sua palla. E nulla poteva intercettare quell’incomprensibile agitazione.

Ma lui, poveraccio, non era abituato all’aria ed al vento, e bastò un sospiro più sostenuto di questo per acutizzare una fitta ad un fianco, emise un sussulto e si alzò di scatto per contenere il dolore. La bambina si spaventò a quel repentino movimento. Poi ebbe quasi pietà, e gli venne incontro.
- Tu abiti lì? – chiese facendo segno alla casa sul mare. – Mio nonno e mia mamma dicono che lì ci abita una persona che prende i bambini, li rapisce, che abita in quella casa brutta e vecchia perché ce lo hanno rinchiuso i pescatori. Loro aspettano che la casa crolli. Lo conosci tu questo signore cattivo? – guardò la piccola che sorrideva mentre raccontava persino la paura con la pace nel cuore, un sorriso che avrebbe vinto il più cupo terrore.

- Si, lo conosco il signore cattivo, è dentro quella brutta casa che sta per crollare, è tanto cattivo, l’uomo più nero e triste del mondo… ma non prende i bambini degli altri papà, lui era un papà, il suo bambino gli è stato portato via dal mare, aspetta che il suo figlioletto torni da lui… E il tuo papà dov’è adesso? – Aveva quasi dimenticato l’uso della parole, formulò il suo pensiero con estrema lentezza… mentre una voce di donna chiamava da quella casa di pescatori che si eresse in un attimo di lì a poco lontano dal suo sguardo. Ergendosi anche nel suo ricordo maledetto, con tutto il livore del suo odio.

- Vera! Vera! Torna a casa è pronta la cena! Sbrigati!
- La mia mamma mi sta chiamando – Si voltò la bambina, senza accennare all’idea di volersene andare.
- Ti chiami Vera? Abiti in quella casa.
- Si, ma mia mamma non vuole che mi avvicino alla tua casa, ha paura che crolla ed io ho paura dell’uomo cattivo che ci abita dentro. – Diceva guardando instancabilmente oltre il molo, lontano, cercando un segnale che provenisse oltre l’orizzonte.
- Non torni a casa?
- No, devo aspettare il mio papà che torna con la sua barca… lo aspetto tutte le volte che ci sono le onde. Il mio papà è partito con la barca, partiva e tornava sempre, e mi dava un bacio… Ora sono tanti giorni che non torna, forse sta pescando un pescecane. La mamma dice che non torna perché sta pescando un pescecane grandissimo… - diceva allargando oltremodo le braccia - … una sera sentivo la mamma piangere, ed il nonno diceva che il mio papà se l’erano portato via le onde. Poi sento mia madre e mio nonno fare strani versi, però mia mamma piange sempre… Così quando ci sono le onde io vengo ad aspettare papà, lui tornerà quando ci sono le onde.

Cercava il suo papà, ingoiato dalle onde… Vera, dolce e tenera, innocente e inconsapevole, volteggiava sulla sabbia sporca di cenere e gabbiani morti per attendere un ritorno che non sarebbe mai giunto. Spargendo vita, attendeva chi probabilmente era morto. Ogni volta che il mare infuriava, lei veniva a reclamare suo padre.
Lui invece nella furia delle onde riconosceva il frastuono della morte. Ecco la differenza che lo separava dalla vita.

2 commenti:

  1. Vera! Vera! "...what has become of you?
    Does anybody else in here feel the way I do?"

    RispondiElimina