mercoledì 27 febbraio 2008

Un uomo, un perché



Ce ne sono tanti di avanzi di cabaret (ovunque, non vorrei essere giustamente accusato di essere parziale, pur essendolo abbondantemente ed orgogliosamente), ma pochi riescono a farmi andare di traverso il brodino come quest'uomo. Sempre lì, fido e costante alle spalle del padrone. Lo avvolge con la sua presenza, appiccicato col veltro alle spalle del boss, a farsi venire la gobba come il dromedario di Alì Babà. E' il verbo pubblicitario incarnato nel seno di sua madre e fattosi persona per annunciare a noi tutti i suoi formidabili  mega-spottoni deliziosi.
E' sciaguratamente meraviglioso ascoltare questo oracolo formulare frasette così caruccie, così teneramente concepite: soggetto, predicato, complemento oggetto, basta davvero poco per confezionare cazzate facilmente fruibili dai 0 ai 95 anni, per chi ci arriva... Pietre miliari della comunicazioni politica come: "Veltroni si presenta come il nuovo: ma chi ci crede?", oppure: "Il PD tarocca il programma del PdL come fanno i cinesi". Cioè, dico, ma ci vuole un Master in Idiozia per dire queste cose? Se è così io voglio seguire questi corsi, prendere l'attestato, in fondo se si divulgano dichiarazioni di così elevato e pregnante livello intellettivo, io voglio ottenere gli stessi risultati di auditel con la gente. Cioè, io mi sono stancato di fare discorsi aulici dove spiego cose complicate, magari attingendo a parabole per esemplificarne il contenuto (parabole non nel senso di antenne, si badi bene), e poi arriva quatto quatto il publi-man di turno improfumato alla vaniglia che spara quelle 2/3  battute alla mulino bianco e magari acchiappa pure di più con le ragazze. A parte me, che al massimo profumo d'oppio (e non l'oppio dei popoli, di cui la mia anima fa a meno), questo non depone a favore del gentil sesso, e no, my darling proprio non ci siamo...
Ma se è così che va il mondo e questi fottono, io me ne fotto dei premi nobel per la matematica, l'economia, la pace e la letteratura, e fotti tu che fotto pure io, comincio a sparare cazzatelle pure io! Ché qua parliamo di ideali o al massimo di soldi, ma i veri rimpianti hanno tutto un altro sapore...
Intanto, questo mitico faccione da panettone con l'uvetta è l'unico di cui non vorrei mai mi si privasse, perché è moderatamente fesso, o così ha accettato di apparire al volgo, magari confidando di sembrare meno lecchino di Bondi, ad esempio. Perché con un Bondi in libera circolazione, ma chi vuoi che si accorga della carenza (nel senso di deficienza) di questi altri pittoreschi cucciolotti da compagnia che ciucciano alla mammella di Arcore... Assurdo.
Ieri nello sconforto ingeneratosi dal constatare come il mondo italico si sia fermato per consentire la libera fruizione di Sanremo a chi ancora ha deciso di non ricorrere all'acido lisergico per farsi del male, mi sono per un attimo seduto al divano nel tinello, sperando che, a chi per anzianità spetta il diritto di telecomando sulla tv, venisse in mente che magari poteva arrecare meno nocumento alle meningi ascoltare D'Alema a Ballarò, anziché Little Tony (che pure non mi dispiace ad essere sincero). Invece no, la gerontocrazia ha prevalso ancora nonostante voteremo tutti convintamente PD. E fu così che mi imbattei in uno strano ballo eseguito dalla valletta mora che, da mia conterranea con amor di patria, ha ballato la pizzica salentina su una strana musica siciliana spacciandola per appula.
E fu così che ho capito il perché di tante cose, anche della presenza di Bonaiuti sulla faccia della terra. Ed ho sorriso, perché come insegna il maestro Luigi Pirandello, dinanzi al dramma non si ride, ma si sorride, un sorriso di compassione per questa maldestra esistenza.
Stamattina ho rivisto Ballarò grazie al fatto che a casa mia saranno pure gerontocratici, ma son mica scemi. Il videoregistratore serve a qualcosa, almeno si concede alle donne di casa di vedersi senza lagna il Pippo Baudo, senza poi farsi assalire dallo scrupolo di essere stati troppo indulgenti nei loro confronti.
Non c'era solo D'Alema a Ballarò, c'era anche Pierferdy, e c'era Formigoni, quello che per un pelo non è diventato il mio presidente della regione... l'ho scampata. Nichi, non dico di essere fiero di te sennò qua mi prendono per ricchione, e con tutto il rispetto, son contento del mio status. Anche perché se la vogliamo dire tutta, di cavolate ne stai facendo parecchie anche tu... ma almeno sei onesto, e non è un dato da sottovalutare questo oggiggiorno, sei di una specie da proteggere.
E poi c'è solo un uomo a cui potrei promettere il mio amore incondizionato... perché è un mito, questo esempio di maschio italico alla deriva intellettiva. Costui è la soluzione dell'enigma che attanaglia tutti gli esseri pensanti scampati all'estinzione nel bel paese, ovvero: ma come si fa a considerare un inquilino della casa del Grande Fratello un "artista"?
Se Bonaiuti c'è allora vuol dire che nulla è davvero assurdo. Nemmeno quella cacchina televisiva che ha fregato il nome all'imperatore di "In hoc signo vinces", e che fa venire il prurito inquinale a esseri portatori di cervelli liquefatti... ed io sorrido.








Perché è triste dirlo ma sembra vero che le anime belle, le figurine del presepe, le persone oneste... Ne ho conosciute tante, erano tutte come noi. Facevano le nostre domande... E con noi, il mondo diventa più fantasioso, più colorato... Ma non cambia mai!

2 commenti:

  1. 1) la gerontocrazia convintamente PD fa sempre lo stesso corso in tutte le case italiane, penso (e dico penso perchè volente o nolente st'anno sanremo -e pure ballarò in diretta-me lo perdo)


    2)la pizzica!!! ehm, mi ricompongo... bisogna assolutamente approfondire l'argomento.


    3) il soggetto del post lo penso sorridendo compassionevole, come il buon gigi (pirandello) insegnò.

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  2. Ok, Prinzi, approfondiamo...

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