sabato 26 gennaio 2008

Hai troppo sole, poco sole? Più acqua, meno acqua? Rispondi!!!


A casa mia succedono cose strane... le piante... io le annaffio ma loro muoiono lo stesso... la frutta marcisce... i muri... sembra che avanzino...
Questo sabato sono stato io a dar buca alla marmaglia. Le ragioni attraversano le più vaste e minuzione radiazioni nell'iride dell'indolenza, in tutte le sue multiformi qualità o degenerazioni. Sono alla mia consueta scrivania, con accanto un volumetto dalla copertina verde e la pagina semi aperta sui miei bei modelli matematici. Pensandoci, potrei anche andare a letto, ma sono diversi mesi ormai che non riesco ad addormentarmi se non sfioro abbondantemente il cambiamento di data. Un giorno non è mai abbastanza per riempire il niente a cui approda ineluttabilmente il limite della mia funzione esistenziale quando la variabile X=soddisfazione tende a + infinito, da destra, da sinistra, è la stessa curva senza asintoti e dominio pari a tutto l'insieme reale; il tempo è una sinusoide che segue un periodo talmente prevedibile, che quasi quasi si sa già che alla fine non ci sarà mai un punto di massimo assoluto. Quindi è inutile dissipare ore e sprecare materia grigia a calcolare le derivate prime dell'esperienza al fine di massimizzare la funzione... l'eterno ritorno non perdona, my dear... Quindi, punti di massimo relativo: la corsetta domenicale clima permettendo, una rigorosa lustrata ai miei ambienti così razionalmente patinati e inseriti nel gelido ordine della preservazione, una cinica risatina di ironica autocommiserazione patriottica nel leggere quanto scrive Sua Riverenza The Economist a proposito dell'Italia Spa, il barattolone da 20 Kg di nutella, la Sacher Torte... come cos'è? Cioè lei non ha mai assaggiato la Sacher Torte?!...
Va be' continuiamo così, facciamoci del male... Sono fatto così, osservo tutto e non mi sfugge nulla, mi s'incastona tutto nella mente, che posso farci? Come mi si è incastonato il fastidio endemico verso questa strampalata musichetta latina che perviene a me dall'aere circostante non abbastanza percosso dal vento. E non hai pietà tu di me? Tutto dovrebbe avere una sua logica perfetta, senza sbavature, senza tentennamenti che possano ledere quel sottile lembo di fiducia che consente ancora un dialogo pulito, e finanche tollerare il germogliare di affetti ed i temporanei ripieghi delle meccaniche mentali, a favore di liete e morbide piroette dell'affetto e della sublime bontà. Ma ciascuno a suo modo, ciascuno a seconda della pressione con cui ha, nel suo incedere dell'età, imparato a calcare il mondo con le proprie personalissime suole... Ogni scarpa una camminata, ogni camminata una diversa concezione del mondo. Ogni volta una voce diversa con cui fare i conti e di cui decidere se accettare o meno il calore delle promesse. E com'è difficile accettare la promessa di un voler bene, lungo la giostra dell'eterno ritorno... Quando la camminata del mittente affettivo non è sempre quella che la gabbia razionale ed emotiva di chi osserva e scruta s'aspetta, o percepisce dentro; a dispetto delle parole che si impacchettano come addobbi riciclati annessi alle promesse scontate di un'amicizia, o di un legame che è qualcosa in più. Non è consentita l'incostanza, nessuna pausa. Legarsi è come una luce che non si esaurisce, non puoi chiedere al Sole di spegnersi per una personale comodità o una perplessità. Purtroppo però, nella solita giostra che sale e riscende, la luce inciamperà sempre in ombre, le quali non sfuggono a chi ha l'occhio dell'anima, il terzo occhio, perennemente vigile... Sarebbe meglio allora un'ombra fitta della più normale indifferenza. Mi deludono. Gli amici deludono, la gente normale no. Cominciano a dirti bugie, poi si separano, poi ritornano però è troppo tardi, perché ormai sono feriti e cattivi e allora non li voglio più vedere. Una volta era più facile giudicare, come con le scarpe: c'erano solo alcuni modelli, molto caratterizzati, erano quel tipo di scarpe e basta. Ora invece tutto è più confuso, uno stile si è intrecciato a un altro, le cose non sono più nette... gli amici non possono comportarsi cosí, perché io mica divento amico del primo che incontro. Io decido di voler bene, scelgo; e quando scelgo è per sempre.

Stasera che il vento da nord mi importuna la staffa, l'incudine, il martello e la tromba d'Eustachio con i rimbombi di una festicciola paesana celebrata non m'importa dove, dedico le parole su scritte ad una persona che io ho scelto di voler bene. Una persona che è venuta in punta di piedi ad accomodarsi tra le mie parole, con la semplicità e la fresca attenzione che può avere una primula foglia di mandorlo al ritirarsi del buio ambasciator dell'equinozio. E che non s'è sempre accorta del fraterno calore che per lei ho infuso spesso in questi spiragli del mio animo. Che ho trattato a volte male, come si addice alla solerzia con cui si desta la predominanza istintiva del maschio dal superbo accento posto anche sui confetti dei più saccariferi pensieri... ed un orgoglio che mi sostiene come il piede destro regge il Veglio di Creta. Quando è venuta a salutarmi mi sono sentito come un anziano che ha liberato dalla sua gabbietta un cardellino che non ha soltanto cantato per diletto e compagnia. Ma ha rappresentato un'àncora d'affetto vero, reale, quantunque idealizzato. Felice sì per quella libertà, ma con una stretta commossa dentro. Come quando una sorellina prende un transatlantico e non sai se ritornerà, se ti scriverà mai (facendo finta di essere nei primi giorni del secolo scorso ovviamente; oggi basta un volo low-cost, internet e skype, e la poesia dell'abbandono va a finire nello scarico del cesso del destino). Gli amici ti deludono, io mi deludo, ma un pensiero come quello che ho curato non lo farà mai... sorellina.

(Il testo è impreziosito da una marea di citazioni del film Bianca (1984) di Nanni Moretti, una recensione atipica in cui ogni probabile riferimento al mio modo di essere è puramente casuale)

2 commenti:

  1. ciao, complimenti per la scelta della canzoni nella playlist. Brain Damage è, forse, la canzone dei pink floyd che preferisco, per spiegarmi, una di quelle canzoni di cui centellino l'ascolto per evitarne l'assuefazione.....grazie per avermela fatta ascoltare!

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