venerdì 7 dicembre 2007

Raining moments






Hans Zimmer - Way of Life (Last Samurai soundtrack)




Spesso i giorni assomigliano ad un binario vuoto dove tutti i pensieri si raccolgono in ristrettissimi antri per scavalcarsi e riempire i vagoni tardivi che ancor prima di giungere portano già in grembo il dubbio che quel che sarebbe lì ad aspettarti potrà esserci ancora. Tutte le volte che ho preso un treno il mio posto ha sempre dato le spalle alla mia destinazione. Ogni volta potevo guardare soltanto a tutto quello che lentamente mi lasciavo alle spalle, montagne rosa d'un inverno clemente spegnersi piano nella fumosa fascia d'incerto che inghiotte i colori dell'orizzonte. Andandomene via ho visto sbriciolarsi parti di me che sapevo poter un giorno soltanto sfiorare durante parentesi di una nuova vita che non sembrava ben disposta a prendermi per mano, mentre quella che mi svaniva ad ogni curva non si curava affatto nel lasciarmi la sua, abbandonandomi a dover  cercare da me la fune su cui ciondolare alla ricerca di un diverso equilibrio.
E mentre il respiro del cielo confonde gli aerei saettanti con le stelle che decollano dalla mia memoria per collocarsi dove io le proietto dalla mia mente, l'aria si spegne in un buio costellato di finte luci senza aureole e contorni. E mi prendeva il solito mal di testa forgiato da uno smarrimento che mi ha impedito di deglutire un sorso d'acqua durante oltre sette ore. La luce di quel che ho visto abbandonare, trattenuto a quella poltrona come ad una colonna, aveva lasciato troppo presto il posto ad un'ombra resa meno pavida dai riflessi di fari, come dardi che trapassano la pioggia, ed il mondo che gira intorno rallenta mano a mano che lo sguardo tenta di carpire corpi e nuvole al di là di quel vetro che blocca la fuga di luci e colori come uno specchio che si contempla sempre compiaciuto in un inutile infinito.
E tu, che nell'istante di questa notte in cui raccolgo i sentimenti di giorni sospesi tra ansie e voglie, te ne vai lasciandomi con un segno a cui non mi è dato rispondere... se non disseminando di parole il vento attraverso quel sentiero lungo il quale ti ho sempre atteso. Ho raccolto tutto quel che c'era di noi mentre cingevo gli occhi e durante il ritorno mi son lasciato immergere in quelle voci che mi hanno raccontato di te, quando io assomigliavo ad un dubbio, quando la paura aveva rimosso i miei occhi dai tuoi sogni, quando le piume di due uccelli che si libravano attraverso pensieri e parole sembravano fondersi in un'unica ala... quando la pioggia accarezzava la terra dopo aver rinverdito le macchie multicolori di fiori campestri.
E ancora una volta di spalle, ho visto quel che all'inizio nel buio mi sembrava falsamente sincero. Il giorno se ne andava mentre mi allontanavo dal futuro, per tornare a casa... e ho distinto una poesia che a lampi mi si intrometteva nelle pupille sfavillando dalle ampie aperture che interrompevano quelle buie gallerie che mi separavano dalle onde del mare che infuriavano su quella sabbia pallida a pochi sguardi dal mio finestrino.
Mi mancherà il mare... e quelle forme mai uguali della battigia sfiorata dalla marea. La marea, quella mano invisibile con cui la Luna leggera ammorbidisce le sue gote argentee con un sorso di mare che dondola lungo piste d’avorio su cui ho dipinto i crepuscoli dell'anima laddove tu, stella del vespro, apparisti un attimo dopo che quel sole ingannevole mi aveva strappato fiato e calore dalle mani e dalla bocca.

Hai preso la mia luce tra le dita… mentre ogni piccolo tratto del mondo profuma di un abito nuovo, quello che un nuovo sguardo del mio cuore riesce a cucire intorno a tutto ciò su cui si posa, e tutto racconta di un’unica musica e di un’unica strada…
Sei nel miracolo di un saluto ed una stretta di mano dopo un incontro che resterà unico e solo per la vita; come una cometa che non tornerà più che ha attraversato il mio cielo... sei nell'abbraccio che mi raccoglie al rientro tra quelle mura che recano ancora i segni delle mie folli corse da bambino... sei nel freddo che pensavo d'aver dimenticato ma che mi incatena la gola, mentre amo l'inverno e le promesse del suo letargo... sei in quelle luci che nella notte hanno sempre aguzzato il sublime confondersi di cielo e terra, come un bacio nella notte tra le stelle della volta celeste, e i desideri che teniamo agganciati al bagliore di un lucernario, per non perderci come nuvole lontane, ed io non le perderò...

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