mercoledì 16 aprile 2008

Day after tomorrow





La nostra economia continua a risentire di problemi strutturali che si riflettono da vari anni in un progresso insufficiente della produttività, indipendentemente dalle fluttuazioni cicliche. L’inflazione si stima abbia raggiunto in marzo il 3,6 %. Nel 2007 i consumi delle famiglie italiane sono aumentati dell’1,4%; lo scorso anno gli investimenti sono cresciuti di poco più dell’1%. La sostanziale stagnazione degli investimenti sta proseguendo quest’anno, come segnalano gli indicatori basati sulle valutazioni degli imprenditori riguardo alle prospettive di domanda e al livello di capacità utilizzata. Le esportazioni, alla luce dei nuovi dati rilasciati dall’Istat, sono cresciute del 5% lo scorso anno, confermando gli spunti di  ripresa della capacità esportativa della nostra industria emersi già nel 2006.
La crescita delle esportazioni è stata però inferiore di circa 2 punti a quella del commercio mondiale in ragione di una perdita di competitività di prezzo di analogo ammontare, dovuta alla bassa produttività e all’apprezzamento dell’euro. L’avanzo primario, quasi annullato nel 2005, è salito al 3,1% del PIL. Come nel 2006, il miglioramento dei conti riflette essenzialmente il forte aumento della pressione fiscale e contributiva (al 43,3% del PIL, dovuta maggiormente alla lotta all'evasione e alla'allargamento  della base contribuente). L’incidenza della spesa primaria corrente è diminuita al 39,6 % del PIL, ma rimane prossima al suo valore massimo. La spesa per investimenti è tornata ad aumentare; Il debito pubblico è sceso dal 106,5 al 104,0 % del PIL, riportandosi sul livello del 2004.



fonte: Banca d'Italia, 2008.


Questo è il quadro, non positivissimo, neanche drammatico. Ci portiamo le annose zavorre strutturali ed il mancato coraggio di fare riforme importanti come ridurre la spesa pubblica in maniera sostanziale, riformare la pubblica amministrazione per renderla funzionale ed efficente, liberalizzare seriamente il mercato. Non abbiamo un sistema della formazione all'altezza delle sfide competitive che richiedono professionalità sempre nuove ed aggiornate, la flessibilità non ha senso se non è accompagnata da un percorso reale di adattabilità permanente della forza lavoro.
Ma le emergenze immediate sono soprattutto l'inflazione elevata, la questione energetica, e la precarietà del lavoro. Cosa si può fare? Investire nel futuro e nelle energie alternative (solare in primis), investire nella produttività che consentirebbe alle imprese di non speculare sulla flessibilità del lavoro per acquisire margini risicatissimi di competitività, puntare su una scuola di qualità, e rendere efficace la giustizia. Nell'immediato si deve redistribuire il reddito attraverso una politica fiscale che alleggerisca il carico sui redditi da lavoro dipendente più bassi. La ricetta della detassazione degli straordinari è, a mio parere, una emerita cavolata. Staremo a vedere... intanto via l'ICI! Olè! Anche se sinceramente a me risulta che l'ICI sia stata già prevalentemente rimossa dall'ultima finanziaria Prodi.
344 seggi alla Camera, 174 al Senato. L'Italia ha parlato, e qualunque sia stata la sua voce, va ascoltata. Ed io ci provo. Provo a spiegarmi cosa voglia dire un'Italia che nel Nord premia la Lega portandola al 20%. Provo a chiedermi che cosa possa significare per il Sud. Un Sud che non va pensato come un'appendice depressa socialmente ed economicamente, ma come una grande opportunità. Un Sud dove le reti infrastrutturali assomigliano alle radici morte di un albero estirpato. Dove è ancora presenta una guerra tra poveri tra regioni che non riescono a fare sistema, dove ogni appalto è una prova d'ansia per le incombenze criminali, dove sono capaci di costruire cantine al centro di un tempio greco ad Agrigento, e dove le spiagge sono cosparse da metri cubi di cemento armato.
Questo sì, mi preoccupa. Mi preoccupano i casini di un'agricoltura sopravvivente solo grazie ai sussidi e grazie al protezionismo comunitario della PAC che sarà presto mitigato ed aperto all'area di libero scambio euro-mediterranea. E lì saran cazzi peggio dell'affare del "tessile cinese". Mi preoccupa che le risposte sulla questione sicurezza vengano recepite dalla Lega, e che un tipo come Cofferati, con tutti i suoi difetti, sia inviso persino a Bologna. E che questi valori di legalità abbiano assunto dei colori di parte davvero assurdi, soprattutto in relazione alle leggi vergogna di qualche anno fa'.
Mi fa ribrezzo Cuffaro a Palazzo Madama, quello sì.
E non ci sono più i compagni. Con loro me la sono spassata, soprattutto quando decantavano il vangelo secondo Marx del 1848. Senza dubbio il più bel libro di sociologia mai scritto. Ma qualcuno dovrebbe cominciare a pensare che le dinamiche economiche e sociali sono un tantino cambiate, e che il tempo della testimonianza deve fare spazio all'assunzione di responsabilità. Governare vuol dire confrontarsi con la complessità e la frammentazione di interessi contrapposti ed orientati su vettori troppo spesso divergenti. La sfida è unire tutti in un unico progetto-Paese, e Walter ci ha provato, nonostante tutto. Ed è grazie a costui se adesso qualcuno potrà essere messo in condizione, davvero, di dimostrare che diavolo sa fare per questa nazione. Forse il suo progetto era troppo ambizioso, troppo moderno per questa Italia bonsai che è ancora cogente. Ma si doveva invertire la rotta, e lui lo ha fatto. Per questo, secondo me, è stato grande e lo ringrazio. Perché nonostante ascoltare "mi fido di te" per 3 mesi mi abbia rotto i coglioni, nonostante queste elezioni abbiano straziato le mie serate per altrettanti mesi, una speranza nel mio arido cuore me l'ha infusa. Ed è per questo forse che adesso non mi spaventa attendere cosa farà Tvemonti.
Tanto la metà delle stronzate che dice contro la globalizzazione ed il protezionismo non le potrà mai mettere in atto.
Sperando che la Sinistra, arcobaleno, rossa, con le pezze a colori, o come diamine si vestiranno d'ora in poi faccia piazza pulita dei catrami vecchi che la infestano, noi pensiamo che in ogni angolo del paese dove alberga la speranza di cambiare davvero, "si può fare" debba continuare ad essere l'imperativo categorico, oltre questo non vi è altro che sogno o avventura.

1. postilla: a chi ritiene che il Presidente del Consiglio in pectore, in piena e documentata demenza senile a 72 anni, abbia minimamente a cuore le sorti dell'Italia e che il suo ultimo lascito prima della dipartita prossima ventura a noi poveri grulli, o giù di lì, sarà quello di far del bene al paese, francamente, e sinceramente, e fraternamente, anche se non vi conosco, vi dico che non avete capito un emerito cazzo.

2. postilla: un grazie a tutti i militanti instacabili. Ed un bacio in bocca con la lingua a tutte le militanti instancabili e bone.




2 commenti:



  1. Ed ora, tocca a te, dolcezza...

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  2. Ricordi di un atavico passato... sempre commuovente...

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