venerdì 30 maggio 2008

Una funzione in R.: L'analista - ch.1



Io sono la dottoressa di cui in questa novella talvolta si parla. Chi di psico-analisi s'intende, sa dove piazzare quello che il mio paziente ogni tanto mi dedica, nonostante forse meriterei di più da quell'ingrato.
Però la professionalità e la sincerità sono tutto.


Di psico-analisi non parlerò perché qui entro se ne parla già a sufficienza.


Il mio paziente, R., venne qui in un pomeriggio confuso di fine maggio. Parlargli mi ha dato dei risultati insperati, che sarebbero stati maggiori se egli sul più bello non si fosse sottratto alla cura truffandomi del frutto della mia lunga e paziente analisi di queste memorie.
Le pubblico per vendetta e spero gli dispiaccia. Sembrava tanto curioso di se stesso! Di trasformare quella sua inetta vita in un'opera letteraria che guardasse  sempre dentro e poco fuori. 
Se sapesse quante sorprese potrebbero risultargli dal commento delle tante cose ch'egli ha qui accumulate!...
dottoressa B.

Cominciamo subito allora, signor R.?Sì, aiutami a capire chi diavolo sono e che cazzo voglio... Del resto io sono sempre sincero, altrimenti non sarei tanto spesso infelice. Il guaio è che io reagisco malissimo a queste esperienze...

Ma perché?

È il dualismo persona/personaggio... a quest'ultimo si può voler bene, è facile accettarlo come bizzarro. Voi amate Amleto? È affascinante, ma ci vivreste insieme? Dio vi tremano già le gambe... Quando il personaggio lo si adopera come maschera e si presuppone che esso sia benvoluto come una parte limitata di sè, ci si trincera alle spalle. Nell'incertezza e nella tensione di un evento ci si rifugia in ciò che si pensa essere più apparentemente vincente, pur sapendo che ogni personaggio è una schifezza al di fuori delle appropriate pagine. È la persona vera che deve venir fuori, ma emerge solo un ritratto contaminato... praticamente esce fuori un perfetto coglione.
Va bene su, iniziamo, ti garantisco una trasparenza cristallina.

Ne sono convinta. Comincia a parlare di LEI senza fermarti, ma senza fare letteratura per piacere.È bella. Molto. Direi che è perfetta. Se cambiasse di un solo grammo forse la odierei... Mi piace come osserva le cose. Come sorride quando guarda e non ha niente da dire. È attenta a tutti i particolari, non le sfugge niente, è peggio di me. È carismatica, trascina ogni cosa, ha un passo fiero con cui sembra mantenere il mondo sotto controllo. Sembra che lei stia ferma su un tapis roulant, e che tutto scivoli via ai suoi piedi. E poi, riesce a farmi sentire importante... e poi...

E tu, invece? Come ti senti con lei? Sapresti definire qualche tuo stato d'animo?Mi sento, riconosciuto... in tutto. Ma nel senso più tenue del termine. Lei mi capisce subito, è come se vivesse in me...

Però tu non ti senti vivere in lei, vero?
No. Qualche volta potrei aver sentito qualcosa che ci è arrivato molto vicino, e mi ha reso felice. Non vedo come lei potrebbe, del resto, per quale ragione...

Accetteresti di tenere chiusi gli occhi e la bocca e farti guidare da lei?Sì.

Come con tua mamma? Bella e intelligente, tua mamma lo è di sicuro, ma...Mia madre...
Mia madre mi adora, mia madre piange per me, sta male per me... Mia madre mi ha avuto quando era ancora una bambina cresciuta nella bambagia e che della vita non sapeva nulla...

Ma...

...è cresciuta insieme a me... e nessuna mai mi amerà come mia madre, di questo ne sono certo, ergo nessuna mi guiderà mai come lei.

È bello essere il centro del mondo di qualcun altro, questo ci distoglie dagli affanni del nostro mondo ma dopo un po' l'adorazione viene a noia. Non puoi entrare davvero in contatto con qualcuno che si inchina, lo scambio è solo tra pari.

L'amore di mia madre non è corrisposto da me alla stessa maniera. Le voglio bene perché è mia madre, altrimenti... Ma l'amore non basta mai...

Non basta, se non a chi ama.Non lo so, per me l'amore deve essere talmente puro da non avere una causa scatenante.

È giusto. L'amore è una cosa che o scatta o non scatta.Ascolta, ieri pensavo una cosa mentre correvo. Me la faceva pensare una parola che qualcuno utilizza e che appartiene molto anche al mio lessico esistenziale. "Egoismo". Io lo sono, almeno mi ci accusano in continuazione, ed anche chi utilizza la parola sostiene di esserlo. Probabilmente lo siamo tutti. Ma l'amore cos'è davanti all'egoismo? Come si fa ad accettare una persona in sè se si è profondamente egoisti? Come si fa a far resistere il proprio ego con l'amore? È come se amando, però, il proprio egoismo si espande... coinvolga...

Bingo! Se ami, non hai neanche il tempo di porti questi quesiti e di fare dei calcoli. Perché il sommo bene dell'altro coincide col tuo. Si sta insieme...

...esatto...

...e ci si vampirizza a vicenda....l'amore è quel punto nell'infinito profondo dove le rette parallele di due egoismi si incontrano senza nemmeno rendersene conto... altruismo ed egoismo non esistono più lassù... dare e conservare, rapire e lasciarsi scappare, diventano tutti la stessa cosa...

... e quello che fai per te, lo fai per lei...... senza cosciente distinzione alcuna...

...e quello che fai per lei è fatto per te......che cosa perfetta e sublime deve essere... senza dubbi, senza incertezze, io non l'ho mai vissuta. Per questo forse a pensarci mi fa un po' paura...

Perché per te il controllo è tutto... è l'abbandonarsi che ti atterrisce...
Io non so se riuscirò mai a fidarmi completamente delle persone, al di fuori dell'incoscienza.

Non ci riuscirai, nessuno ci riesce, nessuno sano di mente. Il punto è un altro, tu devi imparare a fidarti di te. Perchè tu hai una paura fottuta delle tue possibili reazioni. Non ti spaventa cosa ti possano fare gli altri, ma la tua risposta.

Dicono che io sia pazzo, una maniera come un'altra per bollarmi con qualcosa di scomodo per la verità che io getto loro in faccia in maniera lampante.

Non lo sei, ma ti piace pensarlo.Non mi piace neppure pensarlo.

Oh sì, invece...secondo me l'unica cosa adamantina è la tua coerenza che tu ti compiaci di dipingere come schizofrenia, ma è solo coerenza. Tu sei la persona che non fa ciò che non vuole fare.

Ma non voglio parlare solo di questo, però.

Neanche io


Cazzo nelle persone c'è tanto. Io non voglio essere giudicato o apprezzato per come amo. Io lo so come amo. So di essere speciale in questo. Perché la gente ha paura di sentirsi importante? Io le persone le faccio sentire importanti. Perché è bello sentirsi importanti, cavolo. Perché non si comprende che si può arrivare a fare qualsiasi cosa quando si vuol bene? Io non lo dico, io lo faccio. Gli annunci vuoti sono roba per ipocriti... Voler bene è l'unica vera e autentica promessa che si può fare, eppure spaventa così tanto... Sembra più facile apprezzare quella fragilità e quella regolarità non destabilizzante, che non ti sconvolge, che non ti insinua alcun dubbio nei castelli di carta che abbiamo elevato. Che ti consente di vedere il mondo sempre e solo con i tuoi occhi... Ma il mondo resterà sempre identico così, sempre immutabile, rassicurante e palloso... Quella convenzionalità standard e universalmente accettata come la VISA che non ti fa franare la terra sotto i piedi, i cui equilibri sono semplici ma alla lunga noiosi se durano oltre pochi incontri e pochi attimi. Quanto è facile vivere l'effimero... Io lo trovo così inutile... Per questo sono solo. Come se nella vita possa esserci un interruttore sulle emozioni, ora le voglio vivere, domani forse no... E spengo la luce quando mi pare e piace. Oggi mi servi, domani ti licenzio, dopodomani ti prendo a co.co.co... siamo ridotti a bestiame da monta... E l'assoluto? E la felicità? E la bellezza? Ci abbiamo già rinunciato? Che divertirsi per tenerezza è un conto, e tra due persone intimamente complici io lo comprendo e lo sostengo, ma coi sentimenti... è un'altra cosa... Forse mi contraddico, ma io seguo sempre l'istinto, e sono trasparente, per questo la gente si spaventa... io lo so. Il grigiore è molto più innocuo... e confortevole.

Tu pretendi l'abbandono altrui per non mettere in gioco il tuo...Sono così tanto affetto dalla mia ingombrante presenza?

No, sei terrorizzato dal perderti.

Ma se mi getto via con una facilità estrema...

Abbandonarsi significa darsi, non gettarsi, è un atto di volontà, non un atto di sospensione del controllo.E quindi?

Rifletti. La seduta è sospesa. Alla prossima, ecco il tuo appuntamento. Ciao.

Ed io non ho ancora capito un cazzo di niente. Che poi perché "perdersi"? Mica ci stiamo "donando" come dicono i cattolici.. è qui che alberga la propria massima esaltazione... qui le cose si fanno insieme ed ognuno per i cavoli propri, ed il bello è che le due cose coincidono!

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