venerdì 29 maggio 2009

Von

Sono stato comunista con i soldi di mio padre.

Leggendo Marx, sfogliandone le pagine con le mani asciutte, immaginando che tipo di disgusto potesse venire dal tanfo di una fabbrica.

C'è ancora molto da cancellare.
Piccole tranches di interiora da stendere ad asciugare; per riciclare tutto quel silenzio che ha riempito di merda le pareti dello stomaco, i perimetri delle mie parole, e la condensa dei miei propositi.

Colgo la minaccia di un livore nel sottosuolo di quelle considerazioni che devo ancora concepire, e in quelle che subentreranno accorre già l'amaro riscontro al sospetto.

Ma non c'è niente.

E la calca prosegue.

Devo fare qualcosa in più? Qualche pratica da esperire ancora? Ora non c'è più spazio. Mi lascio perdere.

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