
Fu un vero raccoglimento quegl'istanti rari che l'avara vita concede, di vera grande oggettività in cui si cessa finalmente di credersi e sentirsi vittima. In mezzo a quel verde rilevato tanto deliziosamente da quegli sprazzi di sole, seppi sorridere alla mia vita ed anche alla mia malattia. La donna vi ebbe un'importanza enorme. Magari a pezzi, i suoi piedini, la sua cintura, la sua bocca, riempirono i miei giorni.
E rivedendo la mia vita e anche la mia malattia le amai, le intesi!
Com'era stata più bella la mia vita che no quella dei cosiddetti sani, coloro che picchiavano e avrebbero voluto picchiare la loro donna ogni giorno salvo in certi momenti. Io, invece, ero stato accompagnato sempre dall'amore.
Da me la vita non fu mai privata del desiderio e l'illusione rinacque subito intera dopo ogni naufragio, nel sogno di membra, di voci, di atteggiamenti più perfetti.
E rivedendo la mia vita e anche la mia malattia le amai, le intesi!
Com'era stata più bella la mia vita che no quella dei cosiddetti sani, coloro che picchiavano e avrebbero voluto picchiare la loro donna ogni giorno salvo in certi momenti. Io, invece, ero stato accompagnato sempre dall'amore.
Da me la vita non fu mai privata del desiderio e l'illusione rinacque subito intera dopo ogni naufragio, nel sogno di membra, di voci, di atteggiamenti più perfetti.
Italo Svevo - La Coscienza di Zeno


Non guardarmi in quella maniera, assottigliando le labbra e sbracciando le ciglia. Com'io modifico nella mia immaginazione la tua smorfia. Perché sicuramente sarai indifferente, come nella foto che stavolta non ho guardato. Il fatto è che nonostante siano trascorsi quindici anni, proprio non riesco ancora a individuarti all'interno di quel prismoide di legno lucido e castano.