lunedì 12 ottobre 2009

When it doesn't make sense...

Che fosse veritiero o meno, ho visto un quadro che avrei battezzato così: "il futuro e il terrore".

Quell'immagine si sovrapponeva poi a quella di due donzelle lasciate sole a bagnarsi sotto la pioggia perché il car service serale registrava altre priorità vaginali da rispettare.
E tutto questo si combinava nella mia mente con la logica delle liste bloccate, che ha tasformato l'orizzonte democratico in un selciato cingente un campo di patate transgeniche e drogate.

Mangiatevele e morite, bastardi.

Tutto si manifesta nella sua assurdità più variopinta, come un'inestricabilmente distorta allocazione delle risorse. L'efficienza dinamica sta all'esistenza come un innocente ranocchio starebbe a Godzilla.

... ché alla fine è una gran rottura di palle, quando ti accorgi che la vita non ha senso non soltanto in stupidi paragrafi forbiti...

... e tutti quei tastieroscritti con dedica, melliflui e commoventi, che mi guardano e mi spernacchiano per lo spreco di vocaboli, e che vorrei tanto avessero ciascuno una qualunque forma umana per affondare le mie dita nel sangue...

... e quella convinzione che così si sta benissimo, che stando così bene potrei stare bene in qualsiasi condizione, ma se stessi diversamente sarebbe meglio.

Ma perdere un pacchetto di sigarette intero, e restare bloccati nel nulla per un coglione che parcheggia in doppia fila... di questo... no. Non riesco a farmene una ragione.

- Hai dormito bene, Alcor? - disse sollevandosi stentatamente dal materasso. Lui le guardò gli occhi azzurri che aveva aspettato per tutta la notte castigati dalle palpebre perplesse. Poi rispose.

- Per niente. Non trovavo il secchio della nutella.

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