Un indizio un po' complicato ma poi non così tanto...
Anche io ci sono ritornato tempo fa' seguendo la scìa di una canzone e mano a mano che ci ritornavo in quel mondo popolato da taglialegna di latta arrugginiti, da leoni impauriti e da spaventapasseri facilmente infiammabili, si srotolavano imprecisate presenze stagliate sulle nuvole di tremolii lontani che mi solleticavano la schiena da bambino fin sopra la nuca. Non so se si trattasse di reiterati scherzi della notte, dovute alle mie acrobatiche pose durante il sonno (dalle mie parti circolano strane leggende su spiritelli impertinenti che disturbano il sonno ostacolando il respiro, e che mi facevano star sveglio per avere l'occasione di tirare il collo a qualcuno di questi con molta realtà) o di scaramucce tutt'altro che rare tra i sistemi simpatico e parasimpatico del mio apparato neuromotorio, ma avevo un incubo ricorrente che si mescolava al terrore per gli uragani ed il forte vento. Mi sembrava di essere trascinato in un mondo lontanissimo e che un essere puzzolente ed immondo dalle sembianze quasi femminili, con le dita spianate e le unghia aguzze come rasoi si presentasse davanti a me pronto a strangolarmi. Questo incubo mi atterriva spesso le notti del periodo di Natale perchè avevo come l'impressione che quella strega malefica e tirchia, dalla pellaccia viola, volesse portarmi via l'ultimo giocattolo della mia vita, un robot che avevo tanto desiderato. Io ho sempre fatto sempre sogni che si ripetevano... nel tempo le mie visioni oniriche si sono evolute, non molto tempo fa' sognavo diverse volte di ritrovarmi nel covo di Bin Laden... ma era colpa della mia deformazione professionale di quel periodo. Ora che ci penso mi fa una certa tristezza essere passato dalla perfida strega dell'ovest a Bin Laden, ma come canta una certa canzone: è la vita ed è ora che cresci, devi viverla così... Però nonostante i capelli bianchi che sempre più si stanno espandendo nella mia lucida e folta criniera, vorrei ancora capitare in un posto tranquillo oltre l'arcobaleno. Un posto al sicuro che qui ancora non c'è; il guaio è un altro, è che a dispetto di tutti i casini che la mia notoria sfortuna potrebbe farmi incontrare anche in quel mondo, non so se riuscirò mai a trovare un paio di scarpette adatte per tornare a casa, e forse forse non lo so neanche se vorrei tornarci.
Che numero aveva Dorothy? Io porto il 44...
Nell'immagine: René Magritte, Corde Sensible, 1960.
Anche io ci sono ritornato tempo fa' seguendo la scìa di una canzone e mano a mano che ci ritornavo in quel mondo popolato da taglialegna di latta arrugginiti, da leoni impauriti e da spaventapasseri facilmente infiammabili, si srotolavano imprecisate presenze stagliate sulle nuvole di tremolii lontani che mi solleticavano la schiena da bambino fin sopra la nuca. Non so se si trattasse di reiterati scherzi della notte, dovute alle mie acrobatiche pose durante il sonno (dalle mie parti circolano strane leggende su spiritelli impertinenti che disturbano il sonno ostacolando il respiro, e che mi facevano star sveglio per avere l'occasione di tirare il collo a qualcuno di questi con molta realtà) o di scaramucce tutt'altro che rare tra i sistemi simpatico e parasimpatico del mio apparato neuromotorio, ma avevo un incubo ricorrente che si mescolava al terrore per gli uragani ed il forte vento. Mi sembrava di essere trascinato in un mondo lontanissimo e che un essere puzzolente ed immondo dalle sembianze quasi femminili, con le dita spianate e le unghia aguzze come rasoi si presentasse davanti a me pronto a strangolarmi. Questo incubo mi atterriva spesso le notti del periodo di Natale perchè avevo come l'impressione che quella strega malefica e tirchia, dalla pellaccia viola, volesse portarmi via l'ultimo giocattolo della mia vita, un robot che avevo tanto desiderato. Io ho sempre fatto sempre sogni che si ripetevano... nel tempo le mie visioni oniriche si sono evolute, non molto tempo fa' sognavo diverse volte di ritrovarmi nel covo di Bin Laden... ma era colpa della mia deformazione professionale di quel periodo. Ora che ci penso mi fa una certa tristezza essere passato dalla perfida strega dell'ovest a Bin Laden, ma come canta una certa canzone: è la vita ed è ora che cresci, devi viverla così... Però nonostante i capelli bianchi che sempre più si stanno espandendo nella mia lucida e folta criniera, vorrei ancora capitare in un posto tranquillo oltre l'arcobaleno. Un posto al sicuro che qui ancora non c'è; il guaio è un altro, è che a dispetto di tutti i casini che la mia notoria sfortuna potrebbe farmi incontrare anche in quel mondo, non so se riuscirò mai a trovare un paio di scarpette adatte per tornare a casa, e forse forse non lo so neanche se vorrei tornarci.
Che numero aveva Dorothy? Io porto il 44...
Nell'immagine: René Magritte, Corde Sensible, 1960.
un calciatore con la A ?
RispondiEliminaChe vuoi? Aquilani (mitico!!!)
RispondiEliminaIo sono passata dall'ammirazione per zio Paperone a quella per Berlusconi... ha più senso del tuo di passaggio, a livello di coerenza, credo :-p
RispondiEliminaJ.
òwuhfòuHBFVCèoòugèfuibc°éiEUWBFèàIVCUBfàiaèjèiàAUCFNGITèBIBRFòVIABGAòIRVàAIèàGI BàAè
RispondiEliminaE' la mia reazione criptata ad un nome presente nel tuo commento, e non si trattava di zio Paperone... benché entrambi siano personaggi dei fumetti. Solo che zio Paperone fa meno danni...
Punti di vista discordanti... tutto qui ;-)
RispondiEliminaJ.
Oramai ci sto facendo l'abitudine, sono circondato... spero solo non diventi anche quello un incubo ricorrente, con quel sorrisino...
RispondiEliminahttp://www.vivishanghai.com/content/view/396/1/
RispondiEliminapiacere di conoscerti....
RispondiEliminapiacere...
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