"Ogni sera vado a letto e penso a quello che ho fatto durante il giorno, e poi mi addormento."
Ora, se io ho provassi a fare davvero questa pratica delittuosa, stasera uscirebbe qualcosa di questo tipo:
Ore 7.00 - suona la sveglia. Ore 7.01 - prima infrazione: bestemmia. Perché tutto questo? Perché dormito male, come al solito.
Ore 7.03 - comincia a squillare il telefono, le ragioni sono le più disparate, le più insulse, le più intollerabili.
Indecente routine fatta di colazione e colluttorio.
Lavoro in proprio fino alle 9.30. Consegna delle cartelle commissionatemi. Esco.
Ore 9.32 - Ennesima contravvenzione al "vietato fumare" della mia lercia esistenza.
Prosieguo di indecente routine: barbiere, rassegna stampa, commissioni.
Ore 13.30 - rientro a casa: trovo il macello.
Il resto della giornata: fare un migliaio di cose con quel macello che nitrisce nel mio cervello.
Giungere alle 2.28 e pensare all'ennesimo giorno trascorso a perdere tempo nell'inutile intento filantropico.
Ad aver fatto discorsi vuoti e ripetitivi ad una piccola porzione di umanità.
A non aver portato a casa nemmeno un contributo utile alla pensione.
Ai 5 caffè, alle 3,00 euro di parcheggio, ai 2 baci ricevuti.
Al rimugino continuo. Alla coscienza pulita, ma con la sensazione di vedervi sopra i tratti salienti delle rinunce e delle ribellioni, come la Sindone.
Alle incomprensioni che non si decristallizzano.
Al perché non ci si vuole comprendere.
Agli errori.
All'inconscio malefico che giace in fondo al desiderio di odiare e farsi odiare.
Alla ricerca della maniera giusta per saper prendere le cose della vita:
In culo.
Ora, se io ho provassi a fare davvero questa pratica delittuosa, stasera uscirebbe qualcosa di questo tipo:
Ore 7.00 - suona la sveglia. Ore 7.01 - prima infrazione: bestemmia. Perché tutto questo? Perché dormito male, come al solito.
Ore 7.03 - comincia a squillare il telefono, le ragioni sono le più disparate, le più insulse, le più intollerabili.
Indecente routine fatta di colazione e colluttorio.
Lavoro in proprio fino alle 9.30. Consegna delle cartelle commissionatemi. Esco.
Ore 9.32 - Ennesima contravvenzione al "vietato fumare" della mia lercia esistenza.
Prosieguo di indecente routine: barbiere, rassegna stampa, commissioni.
Ore 13.30 - rientro a casa: trovo il macello.
Il resto della giornata: fare un migliaio di cose con quel macello che nitrisce nel mio cervello.
Giungere alle 2.28 e pensare all'ennesimo giorno trascorso a perdere tempo nell'inutile intento filantropico.
Ad aver fatto discorsi vuoti e ripetitivi ad una piccola porzione di umanità.
A non aver portato a casa nemmeno un contributo utile alla pensione.
Ai 5 caffè, alle 3,00 euro di parcheggio, ai 2 baci ricevuti.
Al rimugino continuo. Alla coscienza pulita, ma con la sensazione di vedervi sopra i tratti salienti delle rinunce e delle ribellioni, come la Sindone.
Alle incomprensioni che non si decristallizzano.
Al perché non ci si vuole comprendere.
Agli errori.
All'inconscio malefico che giace in fondo al desiderio di odiare e farsi odiare.
Alla ricerca della maniera giusta per saper prendere le cose della vita:
In culo.
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