sabato 15 settembre 2007

Una notte tra orizzonti sbagliati


Ieri notte non ce l'ho fatta, era l'1.00 inoltrata ma proprio in quel letto non avevo voglia di entrarci. Tardi per la chitarra, tardi per sbudellare gli occhi sul modello di Grossman e Rossi Hansberg alla luce di un lanternino, tardi per la tv, tardi per Dostoevskij che attende fiducioso sul mio comodino. Indossavo ancora la mia tuta azzurra e arancione adidas, le mie scarpe da ginnastica nike sempre azzurre, una maglietta taglia comoda adidas, anche essa arancione. Mi guardo allo specchio e mi rendo conto che occorre ripulire un pochino l'immagine. I capelli devono essere decisamente tagliati, e scopro con stupore che non mi faccio la barba da una settimana, assomiglio ad un guerrigliero del Kashmir travestito da olandese. Non sono sciupato, neanche un po', nonostante i tubi del mio apparato digerente reclamino del bolo più frequentemente, ed abbia i succhi gastrici assunti con contratto di lavoro parasubordinato. Chissà se arriveranno alla pensione, io no di certo. Perché, i prof universitari vanno mica in pensione? Si decidessero cavolo... dobbiamo attendere per forza qualche dipartita noi che bussiamo alla porta? Sempre se ci arriverò a bussare a quella porta.
Poi, verso l'1.15, ritorna disponibile la macchina, ed io al balcone di casa mi stavo godendo una tiepida notte che non assomigliava né all'estate né all'autunno. Dell'estate non ha più l'eco del vocio della gente spensierata che passeggia lungo il viale fino all'alba, dell'autunno non ha ancora l'esigenza di dover indossare una giacchetta sul far della sera. Aria distesa e silente, e non ho resistito. Ho preso l'astrolabio, che non mi serve ma lo porto con me sempre, una penna, un quaderno per gli appunti, il giubbotto nel caso avessi deciso di non tornare prima dell'aurora, ed il mio binocolo. Vado a godermi un cielo stellato. Accendo la macchina ascoltando questa canzone rivolta al passato. Ma dove vado? Le alture nei pressi dei boschi sono un po’ troppo distanti… mi restavano altre due opzioni in pianura, e di solito dinanzi ad un bivio io sono il jolly delle scelte sbagliate. La collina è al centro della valle, vado a nord rinunciando ad una buona visuale dell'orizzonte sud? O viceversa? Vado a sud. Con la macchina scendo lungo la valle. La mia mèta è un piazzale antistante un piccolo santuario ipogeo tra le campagne e gli alberi d'ulivo. Fa un po' senso stare in piena notte tra chiesette, crocifissi e statue di vie crucis disseminate tra muretti e piccole grotticelle. Ma ho sviluppato un senso di distanza dalla superstizione che mi rende immune dalla fifa di un’improbabile scenario blasfemo in stile Esorcista.

C'è però un problema. Avevo dimenticato che quello spazio isolato nelle campagne da me prescelto per dedicarmi in pace alle stelle, durante la notte, è anche lo spazio prescelto da altra gente per fare altro. In effetti, non appena vi giungo mi sembra di trovarmi davanti ad un parcheggio custodito a tariffa oraria con il cartello “parcheggio esaurito”, zeppo di auto barcollanti. Se fossi rimasto lì fuori col binocolo e l’astrolabio mi avrebbero scambiato per il nipote di Pacciani. E la mia memoria topografica doveva irrimediabilmente rimettersi in moto alla ricerca di un luogo più consono possibilmente nelle vicinanze. Ok, poco distante c’è la gravina. Lascio la macchina nell’area picnic dove non ci va mai nessuno, neanche per mangiare per un pacco di cracker. Al buio è complicato fare lo slalom tra i preservativi usati e le siringhe ma mi affido alla buona sorte.

La notte è umida. I grilli sinfonici e ululati vari mi raccontano le confidenze della natura. Il cielo non è generoso in queste condizioni. La collina alle spalle mi occlude parte dell’orizzonte nord, il mare mi è di fronte, e spero nell’orizzonte sud. Ma le luci di Taranto non si spengono mai. Perché dimenticavo che quella lì non è Taranto, vedo una miriade di luci arancione che sembrano belle specchiarsi sul Mar Grande ed il porto, ma quella è l’ILVA che non si addormenta mai. Con i suoi fumi, le sue esalazioni e le sue polveri che concentrano in pochi Km dalle mie narici il 10% della diossina che avvelena l’Europa. E che due anni fa’ ha tolto la vita ad un mio coetaneo con cui giocavo a pallone per strada da bambino.
Conclusione: a parte Marte, le Pleiadi, l’odiatissimo Orione, e le solite cose condite con un po’ di Via Lattea quanto basta, non si vedeva un tubo. Sarei dovuto andare lassù verso il bosco con meno bagliori e più zanzare. La prossima volta… Sono quasi le 2.00 e non ho ancora voglia di tornare a casa. Metto in moto la macchina e ascolto questa canzone rivolta al futuro (quale futuro?...). Le vie del borgo soffrono la mia stessa insonnia e parlano della mia stessa volontà di restar desti e lucidi. Ci sono ragazzi e ragazze in giro, c’è persino la musica al piano bar del disco pub sul belvedere. Evito i luoghi dove posso incontrare persone conosciute, non mi faccio vedere in giro da oltre una settimana e va bene così. Tra i pro di un paesino tranquillo c’è che puoi vivere la notte in santa pace, tra i contro c’è che la vivi transitando da una rottura di palle all’altra.

C’è un senso di sfiancamento e noia in questo mio gironzolare, e c’è voglia di qualcosa che è lontano. Ok, i violini stanno ultimando la loro fuga. E sono dinanzi all'entrata del garage. Gli occhi  mi suggeriscono l'idea del letto, lo stomaco mi suggerisce l'idea di uno spuntino notturno, le gambe mi suggeriscono di scappar via e correre sotto le stelle inzuppate di umido e nuvolette nottilucenti. No, non piango stanotte, non mi serve più piangere, voglio solo stare in silenzio e  perdermi, dimenticare la strada verso casa, e fischiettare vagabondo con le mani in tasca un arpeggio delicato di corde di una chitarra celeste. E prego un dio dei viaggiatori che faccia di me un angelo bianco.



6 commenti:

  1. sincero in una maniera disarmante.

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  2. Come sono sempre cara Iris...

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  3. Sento odore di origini...un buon odore...

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  4. ..seduto , vicino alla finestra.

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  5. Si, ma nel mio caso, vicino "ad una" finestra"...

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  6. Vorrei ringraziarti per il commento ...

    Io eviterò di sputarmi in un occhio, l'ho fatto troppe volte così come troppe volte mi sono rialzata. per amore dei miei amici, per amore di mia madre... mai per l'amore di me stessa. Oggi non ho voglia di rialzarmi, me ne sto sdraiata sul pavimento a fissare il parquet e le sue venature. Oggi sono io quella pigra che non vuole lottare. Oggi le altre persone si dovranno rimboccare le maniche perchè se busseranno alla mia porta la troveranno sbarrata.


    Riguardo al tuo post... concordo con Iris, è dannatamente sincero.

    Sincero in una maniera disarmante, (citandola)... Quante volte vorrei andarmene,non scappare, semplicemente camminare e andare sempre Dritto.



    ... Ps. La colonna Sonora di 300 è la mia preferita...

    le migliori sono : Goodbye My Love,Message to the Queen,To Victory,Remember Us e Cursed by Beauty...


    Alla Prossima...

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