Visto che ce ne stiamo andando via cinema, e visto che nel precedente piccolissimo post ho accennato al potere veggente ed alienante del vino, parliamo della storia di uno scrittore fallito, depresso, amante del vino e assiduamente tormentato dal passato. La sua donna lo ha lasciato, il suo libro non lo vuole pubblicare nessuno, e si sente un essere insignificante....... non sto parlando di me.
Sto parlando di Miles, il nome di uno dei due protagonisti di questo film stupendo, Sideways - in viaggio con Jack. Ok, va bene i protagonisti sono due, Miles e Jack, per quale dannato motivo l'incipit del mio post prende spunto proprio dal protagonista sfigato? E non da quell'altro? Per due motivi, la storia dello scrittore mancato il cui libro non sarà mai pubblicato mi tocca da vicino. E poi perchè alla fine lo sfigato è l'unico che ne esce bene nei casini del film, e se ne esce con una bionda stratosferica come Virginia Madsen che avrà pure superato i 40, ma resta infinitamente attraente comunque.
Partiamo dal titolo, una recensione lo traduce con "la sterzata", io preferisco la traduzione letterale, "di fianco". Dà l'idea della vicinanza e dell'amicizia che traspare da questo film. Non ci vedo le mie solite trasposizioni onirico/mentali, ma mi è molto piaciuto, forse perchè è estremamente semplice, attori non eccessivamente famosi, a parte la stupenda Virginia, dialoghi freschi, divertenti e intelligenti (cosa rara...), musiche delicate, scenari rilassanti di campagna e vigneti. Un viaggio di una settimana di due amici. Differenze e contrasti, come tra un Pinot e un Cabernet. Jack sta per sposarsi e trascorre questa settimana prima del matrimonio con il suo amico d'infanzia Miles, divorziato, ma con un dolore ancora ardente da cui non riesce a separarsi. Viaggiano lungo la West-coast, tra cantine e degustazioni, tra calici di vino e partitelle a golf. Ma la parabola dei due personaggi è inversa... Jack va verso il matrimonio, Miles ne sta uscendo. Per il primo il viaggio è un'ultima occasione per assaporare la vita da scapolo, e deve a tutti i costi vivere intensamente, ossessionato dalla imminente perdita di libertà causata dalle sue nozze, pertanto si scaraventa incoscientemente in avventure rischiose. Miles ha un percorso opposto, deluso, depresso, senza futuro, vorrebbe trascorrere una settimana pacifica spaventato dal ritorno alla libertà, che per lui, non più un ragazzino significa anche mancanza di sicurezza, di stabilità e soprattutto di affetti. Ha solo un sogno che lo tiene in piedi, la pubblicazione del suo romanzo che sarà universalmente rifiutato. Incontrano due donne e la loro settimana diventa incredibile. Immediatamente lussuriosa per Jack, lentamente sentimentale per Miles. Maya è anch'essa appassionata di vino e in un bel dialogo tra entrambi si mette a nudo tutta l'allegoria del film. Miles parla della sua passione per il Pinot nero, vino raffinato e complesso, problematico, vino difficilissimo da produrre e per questo il più potenzialmente deludente. Mentre Maya adora il vino perchè paragonabile alla vita umana, dice lei:"Ogni bottiglia di vino è come se vivesse: ha una nascita, una sua evoluzione, una fase in cui raggiunge l'apice e da cui subito dopo inizia un lento ed inevitabile declino...". Ma l'amore per la vita di una bottiglia di vino rischia di diventare ancor più profondo quando dinanzi si ha un Pinot nero, la cui vita da vino è complessa e rischiosa. Ma a me ha colpito un altro momento. Miles conserva una bottiglia del '61 datata e preziosa, da stappare in una ricorrenza eccezionale, un momento significativo della propria vita. Lo farà invece in solitudine, in un fast-food, bevendo indifferente da un bicchiere di plastica per Coca-Cola. Un brindisi all'ennesima delusione, la sua ex moglie attende dal nuovo marito il figlio che lui non era mai riuscito ad avere. Quel Pinot, non vale più niente.... finché... un messaggio in segreteria....
mi hai fatto venire voglia di rimandare il sushi di stasera per andare a noleggiare il film...
RispondiEliminaVeramente? allora dovrei chiederti scusa...
RispondiEliminano non l'ho visto alcuccio ed ora siamo pari, tu non hai visto eternal sunshine of the spotless mind ed io questo :P, di la verità volevi vendicarti eh !!?!!?!?!
RispondiEliminacmq seriamente rimedierò sicuramente.
se è per questo non hai visto nemmeno Goodbye Lenin!
RispondiEliminatouchèe ! evvabbè alcuccio abbiamo gusti diversi :P tiè
RispondiEliminaRiprendo da qui...
RispondiEliminaIo l'ho visto!
Il tema, ben focalizzato sulla conflittualità tra il voler crescere e il voler restare "ragazzi", lascia a chi lo vede (specie se anagraficamente compatibile con i protagonisti) un retrogusto dolce-amaro pieno di speranza...
P.S. Ho visto anche Goodbye Lenin...
Vedo che vuoi recuperare gli argomenti perduti... hai visto che ho ritoccato un pochino la baracca qui? Nonostante l'enorme divario di età il personaggio di Miles mi ha particolarmente toccato.
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