domenica 27 settembre 2015
venerdì 18 settembre 2015
La strada senza nome
sabato 29 agosto 2015
La natura
- E alla fine, per colpa di questo cazzo di vento, la nostra gita alle Tremiti è saltata.
- Amore, ma sono appena 10 secondi di filmino e già hai sparato il primo "cazzo".
- Ahahahhaha, scusami, è la mia natura.
- Quando i nostri figli vedranno questo filmino, diranno: che madre scurrile abbiamo!
- Eh sì.
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Alcor, dovresti fare un film su questa cosa. Parti da queste parole, e poi dopo anni i suoi figli arrivano. Sei tu che non ci arriverai.
martedì 25 agosto 2015
Rendez-vous avec la vie
sabato 22 agosto 2015
Anime bastarde
E tutto questo sparisce portandosi via l'ammirazione verso i ricordi degli ospiti che presiedono quei minuti scippati da tutta quella immensa attesa che generava vita e sangue tra i vicoli ardenti delle proprie vene.
T'ho riconosciuta alle spalle di un sorriso di plastica esposto come vessillo di una presenza lontana proiettata da un fuoco volutamente nascosto. Straniera in un labirinto nella quale sembri esser caduta in un'età sedimentata sotto le orme ricalcate dai riflessi dei tuoi bicchieri.
Riflessi innanzi ai quali ti cali e ti spogli, lasciandoli attraversarti, trafiggerti e quasi sostarti dentro come lampi di pensiero senza fardelli di dubbio o fatiche di angosce.
Ripeti le parole del mondo con una cadenza insopportabile, ti agiti come un bambino che sta imparando a nuotare e sente ancora l'ostilità dell'acqua. Come una bolla d'aria generata dalle onde, che sa di dover sparire al prossimo vento, e tenta di imprimere quanta più esistenza possibile in quei giorni oscuri e confusi.
Come se il mondo non riuscisse ad accorgersi della tua imponenza, non sapesse come tradurre la tua immagine nella scena del tutto, le tue frasi si addensano in imperativi con architravi puntellati dalla colpevole innocenza di chi trema persino al peso di un braccio sospeso ed una sigaretta all'estremità più remota della mano.
Un'innocenza ripudiata, ma che giace intatta in una teca di vetro con le impronte dei troppi polpastrelli che hanno tentato di forzarla.
Ogni respiro è un sollievo da quel fardello.
Poi cala uno strano silenzio che chiude il sipario dalla tua bocca.
La paura sembra governare quei fragilissimi silenzi. La paura che il vento possa spirare talmente forte voltando le pagine del libro sospeso sulle tua mani, e possa riportarti a capitoli differenti da quelli su cui s'era arenata la tua voglia di interpretazione, e di nuovo da quel momento in poi, a disorientarsi in città invisibili. La paura di non trovarsi in alcuna delle immagini con cui s'è popolato il circo degli astanti che funambolano tra un menzogna e una sentenza.
Sembri spegnere con un mite rigetto quel crepitante ronzio, e per me sembri rivestirti di un'anima libera.
Indossi tutta la struggente bellezza della malinconia, di un'imperfezione che ha catturato un riflesso del caos, trasformandola in un miracolo che si alimenta ad ogni sguardo lanciato sul pavimento, assumendone luce e contorni per fiorire in un punto unico e singolo nell'intero universo.
Lascio questa notte, sperando che la corruzione della falsità del compromesso a cui siamo condannati non ti abbandoni, che continui a corroderti e a isolare dal resto degli alberi il tuo piccolo inerme fusto preda dei rovi in questa foresta minacciata dalle fiamme.
Che questo sapore acido sia come una cura, una placenta che preservi il frutto più dolce. E se anche la tua stessa memoria dovesse smarrire le chiavi della dispensa, lascia che da quella credenza di vetro traspaia un riflesso dal tuo malinconico sguardo. E la strada per coglierlo sarà solo un guizzo di luce senza parole drogate.
domenica 9 agosto 2015
Risorgenze
martedì 28 luglio 2015
Filmaking
Ad un certo punto ci si ritrova a percepirsi di esser soli.
A vedersi, toccarsi (in tutti i sensi) e a riconoscersi soli.
La cosa non è sconosciuta né sgradita, però è sovente foriera di qualche cazzata, compiuta in nome del senso di onnipotenza che pervade un animo dagli indirizzi sparpagliati.
E quindi, tra tutte le opzioni esistenziali possibili, la percentuale di cazzate schizza come il valore dell'oro nei mercati ai tempi dello spread a 500.
Quelle inequivocabili gesta insensate, tuttavia, sono reinterpretate dal proprio geniale intuito come una mera seduta psichica tra te stesso ed il dio Onan. Perché a vedersi vivere non è poi tutta questa storiaccia il nostro tempo, nonostante, in fondo, si sia perfettamente consci dell'abisso tra le intenzioni e la reale esecuzione dei propri propositi.
Tradotto: che cazzo ci esci a fare con una se non sei convinto di volerci niente?
Ma chissenefrega dell'utilità marginale, dopo tutto non abbiamo fatto un mezzo dottorato in economia politica per scoprire che tutto si regge sull'asimmetria informativa? Il guaio è quando il venditore infame lo fai con te stesso, e cerchi di rifilare una sòla all'uomo descritto nel documento che hai in tasca.
L'aggravante di questo pellegrinare vacuo attraverso templi sconsacrati alla ricerca della pentecoste, si verifica quando questa conferma di se stessi, passa attraverso la mera ed impalpabile (in tutti i sensi), contemplazione delle evidenti prosperositá di costei, così celate nell'abbondante e intrigante superfetazione di vestiti in una notte di quasi estate.
E mentri cerchi di capire inutilmente la consistenza di quelle femminee ghiandole che determinano il nostro inquadramento nella classificazione del Linneo nel regno animale, ti ricordi quelle grandi verità matematiche che hanno popolato la tua gioventù: la possibilità che lei te la sganci è inversamente proporzionale agli ingiustificabili strati di vestimenti che ricoprono le sue agognabili membra.
E mentre con la tal donna ci ragioni anche piacevolmente, e ti lasci anche andare all'indicazione della esatta collocazione nel firmamento di qualche astro, ti rendi conto che la tua vera, unica, auspicabile chimera è allontanata vorticosamente da una disvelata faticosa necessità di conquista lenta e irreversibile che non figurava propriamente nei propositi a breve termine di quella serata.
Mentre il dilemma dell'azione giusta nei modi errati stava cominciando a scavare la sua tana nella mente, la vita con tutta la sua ferocia si abbatte come una scure su quelle nombrilistiche scommesse cerebrali, e ti riporta a più materialistiche considerazioni: t'hanno fregato la macchina, povero idiota.
Insomma, potevano fregarmela in seguito ad esperienze di più notevole importanza? No! Doveva succedere per la più lapalissiana delle inconcludenti cazzate, a sancire il colpo di grazia.
Senza rammentare qui i dettagli che hanno condotto i nostri eroi al miracoloso ritrovamento del mezzo deportato dagli ignoti malfattori, ci si ritroverà una sera a riderne con uno dei tuoi più fidi compari.
Lì ti suggeriscono di buttare giù una storia che dia un senso all'avventura e ad i suoi portati grotteschi.
Mediti dunque che la maniera più bella che un uomo ha di infondere un senso a tali episodi possa essere quello di tentare di elevarli a casi universali, e a berci su un paio di Oban mentre coinvolgi altra gente.
E che nella scrittura di quella sceneggiatura prende forma la ragione di ciò che hai vissuto ed imparato. E quando giungi ad accendere la macchina da presa e a provare un copione con gli attori quel senso si allarga e sconfina. Avvolge tutto.
E scopri cose e persone che meriterebbero da sole, forse, una nuova puntata. Quella del che cosa è successo dopo aver girato un film ispirato ad un'esperienza generata dall'aver tentato una cazzata in seguito ad un dispiacere non propriamente sottile di qualche mesetto fa.
Così come potrebbe finire tutto in una puntata pilota senza seguito. Probabile, conoscendo la timidezza e il tratto lieve del mio essere al mondo.
Ma sedendo e rimirando oltre la siepe delle proprie barriere, oltre il mondo più disordinato della propria mente, se allarghi la sfera dell'indagine sui possibili futuri, più s'espande l'ombrello convesso delle cause gestanti dei tanti ieri che si incatenano in tanti possibili oggi, e minuscoli domani lontani.
Come in un cerchio fatto di scuse e motivazioni che si rincorrono, e ti chiedono soltanto di non addormentarti come sempre nella contemplazione del tuo masturbante egoismo. Ma che forse vale la pena porgere qualche domanda in più a chi incontri lungo la strada, soprattutto se ritieni le possibili risposte degne di conservarsi tra le cose di cui tener conto nella tua memoria a breve termine.
Ché poi ci son sorrisi ed espressioni di un viso che non avresti ammirato mai se qualche coglione una sera non avesse deciso di asportare il tuo veicolo criminalmente. E quella stupida storia non fosse stata scritta.
Ogni più piccola cosa genera conseguenze per l'eternità, come un'aria di immenso cielo che ritorna anni dopo anni nel sestetto Atlante delle Nuvole.
Dove anche un diverso colore di una tazzina al mattino può rivoluzionare tutto completamente.
martedì 21 luglio 2015
L'uomo e la grotta
lunedì 6 luglio 2015
Speleo Alcor
I nostri eroi: Grossman, Bart, Alexander, Danny, Bechy, Alcor, Frank, Francys.
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giovedì 2 luglio 2015
Golden Age
martedì 30 giugno 2015
28 - XX - 20XX
Hai sete? Ancora vino?
No, grazie.
Dimmi dove ti fa male.
Qui.
E adesso?
Ahi!
Adesso?
Va meglio.
Vado di là, ti lascio sola.
No, puoi restare.
Va bene, resto.
Che fai?
Perchè?
Sei lì fermo, quasi in attesa di qualcosa.
Inizio la mia veglia.
Veglia? Non dormi? Io sono molto stanca.
No, non saprei perché addormentarmi.
Non hai sonno?
Dormo molto poco da qualche tempo. Preferisco restare qui e vederti dormire come se stessi ammirando un'opera d'arte. Meraviglia e silenzio.
E non hai paura di addormentarti?
No. Ho paura di svegliarmi. E capire che tutto questo non è accaduto mai.
lunedì 29 giugno 2015
The show must go wrong
giovedì 25 giugno 2015
Tra qualche anno
mercoledì 24 giugno 2015
Spettri
noi abbiamo preso le poesie di quando eravamo giovani e le abbiamo appese ad asciugare come trippa avariata
abbiamo lasciato che ci rubassero l'auto per uscire con una soltanto per dimostrare a noi stessi di essere ancora capaci di meritarci qualcosa
abbiamo attraversato ponti tibetani sospesi tra la costa della generosità ed il baratro dell'inganno comminato ai nostri congiunti
abbiamo frodato la malattia dell'anima, annacquando i bicchieri dell'esistenza con un'ironia che taglia il vento come un machete sul culo di una vacca
abbiamo scorticato ginocchia senza guardare alle nostre spalle, chiedendoci se ci fosse un senso in quel che provavamo a fare, e se qualcuno se potesse accorgere
abbiamo indossato manti di roccia per lasciare che la pioggia corrodesse piano e ci bagnasse poco alla volta, impiegando millenni prima di toccarci la pelle
abbiamo issato la bandiera degli anti eroi, per ricordarci che i tronchi non puri sono stati infelici abbandonati nel vento da piccoli
abbiamo chiesto ai latori del bene di farsi da parte per lasciare alla contraddizione del governo assoluto di poter raccontare il proprio disprezzo avverso l'ordine morale degli eventi
noi, profondamente cattivi e sinceri.
martedì 23 giugno 2015
L'amore ai tempi della mononucleosi
- Qualche mobile da spolverare, e un po' di cattiveria, ancora un po'.
- Ma cos'è l'amore?
- Quando non avverti l'urgenza di mandare via a calci nel culo una, dopo averla scopata.
mercoledì 20 maggio 2015
Famous blue slippers
- I miei pantaloni, il mio maglione, il mio pigiama, i miei scarponi di quel capodanno di ghiaccio, c'è tutto.
- Sì, c'è tutto, puoi scomparire.
- E queste? Cosa significa?
- Mi sembra di ricordare che fossero tue.
lunedì 11 maggio 2015
Il Conto del veterinario
Anzi, dovresti tenere in conto che anche io potrei andarmene da un momento all’altro.
Ok. Anche tu potresti andartene da un momento all’altro.
As Alonso
– Buongiorno Alcor, sei sveglio?
– E chi è Alcor?
– Sei tu.
– Come scusi? Dove mi trovo, chi siete voi?
– Stai tranquillo, va tutto bene.
– Dov’è Artù, il mio gatto? Che cosa è successo, e cosa sono tutti questi peli? Ma guarda… e qui? Che fine ha fatto il mio prepuzio???
– Cosa ricordi Alcor?
– Tra un mese devo cominciare il liceo, ho già cominciato a studiare latino, spero che non abbiano trovato i giornaletti porno che ho nello zaino. I miei amici hanno cominciato a fumare... Coglioni…. è già estate? Bene! Vado a vedere la costellazione dello Scorpione e voglio trovare anche M3 nel Bootes. Un giorno farò l’astronomo. Che bella quella camicia nera, anche io sono fascista, lo sa? Metti un cd dei Queen, per piacere, voglio sentire Radio Ga Ga.
– Hai altro da aggiungere alla tua giovinezza di merda, Alcor?
sabato 2 maggio 2015
Un apatico
giovedì 23 aprile 2015
Che fai?
Riunioni
- Ma mi si nota di più se vengo e non prendo la parola, o se non vengo per niente?
- Tranquillo Alcor, l'hanno rinviata.
giovedì 16 aprile 2015
Il metalmeccanico neomelodico
Attraversavo una strada che un organo di governo di cui faccio parte ha dichiarato a traffico limitato durante il week end e durante l'estate.
Lo stesso organo di governo di cui faccio parte ha altresì stabilito che durante i giorni feriali il transito veicolare dovrà avvenire a velocità molto bassa per consentire, ad esempio, ai difensori della salute mentale pubblica come me, di litigare serenamente sui social mentre si attraversa la strada in questione, con la dovuta e sacrosanta distrazione da polemica, senza ritrovarsi falciato via da una golf grigia con assetto ribassato e vetri oscurati.
E dopo essere stato graziato dal fato, mentre uscivo sconfitto dalla sfida immane di far comprendere a un grillino che l'avanzo di amministrazione in un comune non è propriamente un vanto, ho osservato il mio boia mancato al volante del suo veicolo. E l'ho sentito nitido e inconfondibile, così fermamente affogato nell'aria da scoraggiare l'effetto doppler: il neomelodico a palla.
E non ti ho odiato. Ti ho invidiato. Ho invidiato la tua battaglia personale sconosciuta che conduci dentro, perché qualunque sia la tua trincea, figliolo, è splendida. Per te non provo rispetto, provo infinito amore, perché rappresenti la meta ultima di libertà a cui ogni essere umano assennato dovrebbe tendere: il nulla.
Ho visto la tua busta paga da metalmeccanico, leggera e sicura nonostante la fiom, nonostante il jobs act.
Nella tua splendida spaccata automobilistica nel corso, sulle note di Gianni Celeste, ho visto lo stato intermedio che separa l'essere umano mediamente incasinato dal massimo dei possibili stati della libertà: il cane randagio che caca per strada.