Non faccio bilanci... le nostre vite brillano come le stelle appese al drappo notturno del tempo. Apparentemente volteggianti sulle nostre fronti che stentano ad accorgersi di quell'immensità fredda e suadente... Puntuali ritornano durante le stagioni, alla data in cui le attenderai spuntare dallo stesso orizzonte, un appuntamento al quale non tarderanno e mai precederanno un'attesa che l'abitudine renderà sempre più pacata e via via meno presente durante le faccende che popolano la quotidianità, mentre rincorriamo uffici, pratiche, offerte... Non siamo più abituati a misurare le nostre esistenze con
Stamattina risalivo dal mare... ed una coperta pallida trapuntata di cristalli calava dolcemente abbracciando le colline e la valle, trasformando polveri e goccioline in fiocchi intangibili d'ovatta degli angeli. Quante volte nelle corse domestiche mi son lasciato accarezzare da quel vento e da quel tepore di ghiaccio che ho spesso sciolto sulla labbra ed ingoiato mentre mi attraversava la bocca ed il respiro... Non si posa quasi mai la neve quaggiù, perchè dalla mia finestra vedo il respiro del mare che mitiga il gelo quando il cielo desidera addormentare gli affanni. Ho sempre pensato che il freddo mi avrebbe protetto dall’ombra di quel calore che raramente mi avrebbe scaldato le mani, quello che forse non sentirò mai sulla mia pelle quando si intrecciano le mie dita. Il cerchio che gira infinito e che va alla deriva nell’universo sta per concludersi con una scia luminosa inattesa in questi suoi ultimi flutti d’aria e di neve… E che importa di quel tronco d’albero spoglio? Anche quel sughero infreddolito e pallido conserverà il ricordo di una poesia che l’inverno renderà candida. Perché ancor sotto un cielo dello Scorpione una manina fatata m’ha trovato cavandomi fuori dal nulla nel quale vegetavo, e così improvvisamente si intrecciano storie e realtà che vagavano parallele e intangibili nel loro fugace percorso ove non si sarebbero mai incontrate senza l’intervento di qualche miracolo della poesia. E così come ogni splendido movimento della Luna, o l’improvviso timor di una farfalla che balza via saltellando sulle onde del pianoterra del cielo… Every drop of rain that falls in the Sahara desert says it all: It’s a Miracle!
E intanto… fuori da quello scantinato aspetto la neve. Conscio che potrebbe essere un’attesa eterna ma mai inutile, perché la rondine vola, vola verso la luce del sole alla ricerca d’un cielo che sia piovuto nel mondo solo per lei, con sogni che vacillano e speranze che fioriscono nel ciclo della vita e dei rimpianti…Vola e s’inarca ballando da una nuvola all’altra rincorrendo ristoro e riposo, mentre i miei rami spogli fendono il cielo. E chissà se sarò mai nido, se sarò mai casa, se sarò mai una pagina bianca da accarezzare con le piume scure di parole senza gemito. Quando un vapore sospeso potrà diventar casa e renderà silenzioso il mio canto, quando non sarò che il ricordo di un appiglio per non cadere ancora e un abbraccio che vince lo sconforto senza volare oltre i colori dell’arcobaleno, quando s’addormenteranno le stagioni e le gemme non prometteranno più fiori, non potrai restituirmi la primavera. Sarò una pausa tra due cieli senza il giorno e senza agognar la notte, un abbraccio tra due lacrime, che non basta a darmi un’anima. Poesia senza stagioni, in una corsa senza equinozi, dopo un lungo inverno che ha lambito le porte dell’alba.
You can never hold back spring
You can never hold back spring
You can be sure that I will never
Stop believing
The blushing rose will climb
Spring ahead or fall behind
Winter dreams the same dream
Every time
You can never hold back spring
Even though you've lost your way
The world keeps dreaming of spring
So close your eyes
Open you heart
To one who's dreaming of you
You can never hold back spring
Baby
Remember everything that spring
Can bring
You can never hold back spring
(Tom Waits, Orphans: Bawlers 2006, - LA TIGRE E LA NEVE)
"quando non sarò che il ricordo di un appiglio per non cadere ancora e un abbraccio che vince lo sconforto senza volare oltre i colori dell’arcobaleno, quando s’addormenteranno le stagioni e le gemme non prometteranno più fiori, non potrai restituirmi la primavera. Sarò una pausa tra due cieli senza il giorno e senza agognar la notte, un abbraccio tra due lacrime, che non basta a darmi un’anima. Poesia senza stagioni, in una corsa senza equinozi, dopo un lungo inverno che ha lambito le porte dell’alba"
RispondiEliminaNon sei niente di tutto questo. Almeno non per me.
Stamattina un sottilissimo velo d'argento ricopre tutto... tranne gli alberi, quelli sono ancora verdi.
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