sabato 21 giugno 2008

Contromano



"...Credo che lui sappia che cos'è Roma, Roma è il popolo, farà qualche magia per loro per distrarli, toglierà loro la libertà e la folla ruggirà lo stesso. Il cuore pulsante di Roma non è certo il marmo del Senato, ma la sabbia del Colosseo, lui porterà loro la morte, in cambio lo ameranno..."


(cit. Il Gladiatore)


Fin da quando diventai un anarchico studentello con un rapporto di parasubordinazione nei confronti dell'esistenza, ho sempre avuto qualche difetto di orientamento nei confronti dei giorni della settimana. Questo perché raramente ho fatto eccezioni per godermi i sabato e le domeniche.

Ma il venerdì l'ho sempre percepito nell'aria. Forse perchè nacqui un venerdì.
Il venerdì da qualche anno si manifesta tramite piccoli consuetudinari appuntamenti tra cui spiccano: la pasta col tonno, le riunioni carbonare della corrente di partito, e sua maestà l'Economist che inaugura sempre la mia personale rassegna stampa online, a cui seguono: Financial Times, International Herald Tribune, Le Monde Diplomatique, International Der Spiegel... e poi la rubrica Contromano di Curzio Maltese su il Venerdì di Repubblica.

L'articolo di questa settimana è degno di interrompere la striscia squisitamente giovin-rousseauniana delle mie ultime settimane. Anche se "oggi" devo fare uno sforzo mastodontico a non ricordare alcune cose. Le ricorrenze assomigliano tanto ad ammuffite repliche di un eterno ritorno volto più alla nostalgia che alla speranza, ridotto a ridicola bancarella di media-shopping. Una specie di mega spottone che tuttavia mi sorge, solamente perché ho il vizio innato di contare le cose. Come se si fosse immersi in un enorme effetto doppler. Attendere è come contare i momenti che ti allontanano da un abbraccio vissuto, e contemporaneamente ti avvicinano non si sa a che cosa, se, e quando.

Rincorriamo Godot sul ponte.

Ma tornando a Curzio Maltese (che sforzo titanico), costui scrive a proposito di un Partito Democratico che, a detta del giornalista milanese, avrebbe come suo principale problema il non saper parlare all'Italia produttiva del Nord. E che a fronte di questa crisi di consenso "...il dibattito nel PD è tornato ai soliti temi cari alla nomenclatura. La forma-partito, l'adesione al gruppo parlamentare del socialismo europeo e l'incubo della scissione."
Continuando: "...Sono temi di un tale fascino che non si resiste a dire la propria. La forma-partito più bella, a mio parere, è la romboidale. Decisamente preferibile al cerchio come al parallelepipedo. Il gruppo cui aderire è quello delle socialdemocrazie equatoriali, senza dubbio. Per quanto, certo, anche il ceppo riformista ugro-finnico... A proposito di scissioni... - e qui viene il pezzo più interessante del Maltese - ...sono favorevole a tutte. La scissione della componente cattolica, ma anche di quelle luterane e buddiste. [...] Più gente d'apparato lascia il PD, meglio è per le sorti del centro-sinistra. Lo spettacolo ha un suo lato divertente. Francesco Rutelli, reduce dal trionfo delle Comunali a Roma, dove ha appena perso contro un candidato che aveva ricevuto il 35% dei voti due anni fa, minaccia scissioni e pone ultimatum? Evviva! Prego, si accomodi, good night and good luck. La Binetti vuol creare un partito antiabortista, sulle orme del successo di Ferrara? Fantastico. Andate e moltiplicatevi. I dalemiani vogliono riconquistare la leadership a partire dal territorio? Geniale. Immaginatevi la ressa dei ceti medi del Nordest per iscriversi ai seminari della fondazione Italianieuropei..."

Il resto è la solita cantilena a proposito della distanza che intercorre tra le esigenze del Nord produttivo e la sinistra onanista italiana.
Francamente io a questo problema non riesco a credere, non ci voglio credere! Perchè se il Nord incontra il favore degli imprenditori la ricetta economica protezionista di Tremonti, sarebbero confermate tutte le teorie che tendono a classificare il capitalismo italiano come "opaco" (Guido Rossi, 2005), e incapace di sostenere sfide mondiali a cui comunque non ci si può sottrarre, a meno che non si stia pensando di delocalizzare su Urano...

"Come papa Giovanni, quando incontro qualcuno per strada, non gli chiedo chi è, ma dove vuole andare... ma dove vuole andare questo PD?" (cit. Palombella Rossa)

Gli italiani votano con la pancia e ragionano con la pancia, e guardano tanta, tanta, tanta televisione. Una forte controinformazione è alla base di una forte politica di opposizione. Il problema è assolutamente culturale. Una cultura del Caimano che ha fatto diventare l'Italia un paese inequivocabilmente mediocre. E va bene la novità, va bene far fare una lavanda gastrica ai radical-chic figli di papà della sinistra estrema, che non sono serviti ad altro che a rompere il cazzo con manfrine senza logica storica. Ma dare piena legittimità ad un individuo che è ontologicamente responsabile della deriva etica degli ultimi 20 anni in Italia è stato un grande errore, caro Walter.

Noi siamo diversi, cacchio. Un liftato barilotto di merda come quello non mi umilierei neppure a guaradarlo. La destra italiana è la testimonianza inconfutabile della nostra superiorità culturale e morale, semmai qualcuno nutrisse qualche dubbio ancora. Lo so che da Berlinguer a Livia Turco siamo in fase pericolosamente calante, però c'è ancora un abisso, cavolo!

Finché non ci si libera di quell'individuo la nuova stagione che tu auspichi, caro Walter, è una pura illusione.

Come può una sola persona fare così tanti disastri? L'Italia è un paese vulnerabilissimo all'interno. Non esiste una radicata coscienza di popolo, e storicamente i ceppi popolari presenti hanno sempre vissuto in una logica di contrapposizione anziché di convivenza. L'Italia è un paese bastardo, nel senso più genuino del termine.
Abbiamo coltivato una profondissima propensione al becero individualismo, che non consente a nessuno di riuscire a badare fino in fondo a quello che esiste al di là del proprio naso. C'è sempre qualcuno che minacciosamente cerca di farci le scarpe, e pertanto si è pronti alla prevenzione. Piccoli esempi che Hobbes descriveva magistralmente in un saggio sulla semiologia del potere.
Necessitiamo di  essere minacciati, di avere un nemico che ci perseguita, per riconoscerci in una leadership che trae giovamento da inquietudini artatamente costruite.

Ed ecco montare la minaccia dei comunisti, della criminalità, degli immigrati, del potere sovversivo dei magistrati. Questioni su cui si può, anzi si deve parlare, ma solamente se si è scevri e intellettualmente onesti. Cioè, è impossibile.

Un popolo talmente sensibile alle minacce non dovrebbe tollerare un capo del governo così lontano dall'essere al di sopra di ogni sospetto.

La comunicazione è il problema. La manipolazione. Quella cazzo di televisione è il problema... le puttane catodiche che vi sollazzano l'inguine, ed i coglioni
spelacchiati da copertina che vi solleticano la vagina, sono il problema.
Eccome se me lo ricordo Piero Ricca che gridava a Fassino che il conflitto di interesse è il primo problema che c'è in Italia. È il fondamento della democrazia, il rispetto dell'intelligenza dei cittadini. Ed il buon Fassino che, giustamente, rispondeva seccato che questa non era la priorità. Certamente che per un popolo coglione (Trilussa) la libertà non è una priorità.
Ricevere la sacra pagnotta dopo essersi prostituiti al potere eversivo giustificato dal voto elettorale, questa è l'unica priorità che i cittadini riescono a percepire.

La "sicurezza", tema con cui ci hanno bombardato SOLO durante la campagna elettorale. Ecco i dati del Ministero dell'Interno - Dipartimento di Pubblica Sicurezza, che IO, cittadino non paraculo, ho cercato qua e là per capire in che cazzo di paese sono costretto a vivere da 25 anni. Il problema c'è, eccome, anche un minimo furtarello deve destare allarmi in una società sana. Ma niente che possa giustificare il clima da terrore che è stato creato per accrescere il panico e la tensione. La spettacolarizzazione del crimine, questa comunicazione da strillone del giornale della sera, è stata orripilante. Soprattutto in barba al rispetto delle reali vittime di questo stato di cose vergognoso.

State buoni cittadini, tanto adesso militarizziamo le città con i soldati a dirigere il traffico, a fare i posteggiatori, e spegniamo i riflettori sui vari stupri, omicidi etc... etc... cosicché vi sembrerà che il nano di Oz avrà sollevato tutte le vostre paure. E lui potrà finalmente tornare a pensare ai luridi cazzi suoi.
 
A rincorrere nemici immaginari, trascinando un popolo in questo conflitto permanente senza uno sbocco virtuoso. A far dilagare la visione funesta che "farsi i cavoli propri è meglio", che lo Stato debba essere solamente un intercapedine fra le legittime rivendicazioni dei singoli, senza porsi minimamente alcun obiettivo di miglioramente ed evoluzione della società.
Oh, quanto rimpiango Hegel... oh, come è difficile non essere severi, e a non essere a disagio con la maggioranza delle persone, in questa depravazione legittimata.

E tu, capitano, mio capitano, avevi teso una mano a tutto questo. Ed oggi ti svegli facendo, a mio modo di vedere, una figura ancor più ridicola...


War is Peace

Freedom is Slavery.

Ignorance is Strength.

buona notte, e buona fortuna. Italia.



- Ma cosa è successo in tutti questi anni? Ditemelo voi... io non lo so più...

- Incominciano a pesare le sconfitte...

- La nostra generazione, che cosa siamo diventati? Siamo tanto cambiati, tutti peggiorati... oggi siamo tutti complici!

Eh, ma perché tutti?! Questa fissazione... di dire: "tutti uguali, tutti complici..."

-
Siamo invecchiati, siamo inaciditi, disonesti nel nostro lavoro. Gridavamo cose orrende, violentissime nei nostri cortei... ed ora guarda come siamo tutti imbruttiti...

VOI gridavate cose orrende e violentissime, e VOI siente imbruttiti.
IO gridavo cose giuste, ed ora sono uno splendido 26enne!!!



brum... brum... (vespa in movimento)



 ...e torno a leggere Shakespeare.


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