sabato 12 febbraio 2011

Cantico 'e criature


Domani io andrò a pranzo dai miei zii. Capita ogni domenica da circa un mese, ogni volta da zii diversi.



Una fenomenale pulsione di generosità tanto esagerata quanto molesta rispetto al proprio cronoprogramma a breve termine.



Una gara di impropria solidarietà dettata da una sostenibile contingenza, che rischia di trasformarsi in una competizione olimpica che iscrive tutte le ramificazioni del parentado diffuso.
Gente che mi curavo di avvicinare nei soli periodi elettorali chiama alle ore più impensabili per sincerarsi della nostra sopravvivenza. Una tracotante attenzione che ha avuto il significativo effetto di farci staccare il telefono fisso e di farmi stare quante più ore possibili lontano da casa.



Ma la domenica il fervente affetto dei parenti va incassato tutto, a cifra tonda, senza rendere il resto. Nemmeno la dissenteria potrà salvarci.



Commentando il dì venturo, mia sorella esprimeva l'auspicio che al banchetto domenicale in trasferta potessero prender parte i miei cugini con relative mogli e prole.



Mogli e prole che io non ho mai incontrato in vita mia. Domani avrò l'opportunità di conoscere due mie cugine acquisite ed un bimbo di cui ignoravo l'esistenza.




- Quanti anni avrà il piccolo?

- Quasi tre anni.

- Tre anni???

- Sì, tre anni, Alcor. Alle spalle della tua ignavia il mondo si evolve. E se non dovessi ricordartelo, sappi che il cugino X si sta iscrivendo alle superiori, mentre la cugina Y il prossimo anno andrà alle elementari.

- Ed io che ero rimasto a due batuffoli cromosomici... il tempo passa, cara sorella. Cazzo, è proprio vero, stiamo morendo.

- Fanculo fratello Alcor, tu ed i tuoi sconvenienti approcci all'esistenza. Io non voglio pensarci.

- E invece no, devi pensarci, sorella. E riderci di gusto per domarne l'impeto. Imbrigliare ogni depressivo imbuto dell'incoscio in una folgorante risata.
Ci vuole tempo, ma tutto apparirà poi così spoglio di una qualsivoglia attesa. Lo stesso concetto di speranza sarà un'arma spuntata da barattare con una mega offerta 3x2 sulla maionese. Asciugare la vita da ogni ricerca di senso che rischia di far male alla vista peggio di una reiterata e recidiva autarchia sessuale.

Che poi un senso lo acquisterà comunque, ma data l'inaffidabilità dell'animale in noi è meglio che il senso germogli a nostra insaputa.

Ecco stasera, infermo e annoiato, mi ci vorrebbe un pompino ben impostato per accettare, senza reclami, l'idea che si debbano aprire gli occhi ogni mattina senza concedere al mondo il consenso al trattamento dei propri dati esistenziali.

5 commenti:

  1. ...Non basta, non basta pensarsi e neppure parlarsi,
    non basta se poi nei sogno non ci si trova e si è lontani nella realtà.
    Conta la sincronia fra intenzioni e atti, o l'incontro di occhi, di mani.
    Per vedere la strada, camminare insieme, percorrere, anche al buio e senza stelle
    quel vasto cielo che ci sovrasta.

    RispondiElimina
  2. Commentatrice 2, è consapevole che il suo commento mette in discussione i propositi che milioni di donne vogliono perseguire protestando in tutte le piazze italiana in questa giornata, vero?

    RispondiElimina
  3. Stavo per dirti :" domenica se vuoi , a pranzo da me"...
    ma non vorrei innescare gelosia e disappunto ...

    RispondiElimina